Ludovico Ariosto, Satira terza

LUDOVICO ARIOSTO

 

L’ideale di vita dell’autore dell’Orlando Furioso

(Un piccolo omaggio alla nostra amica estense Carla Baroni)

 

Satira III, vv. 40-81

*

Chi brama onor di sprone o di cappello,
serva Re, Duca, Cardinale o Papa;
io no, che poco curo  questo, e quello.
In casa mia mi sa meglio una rapa
ch’io cuoca, e cotta s’ un stecco me inforco,
e mondo, e spargo poi di aceto e sapa,
che a l’altrui mensa tordo, starna o porco
selvaggio; e così sotto una vil coltre,
come di seta o d’oro, ben mi corco:
e più mi piace di posar le poltre
membra, che di vantarle che a gli Sciti
sien state, a gl’Indi, a gli Etiòpi, etoltre.
Degli uomini son varj li appetiti:
a chi piace la chierca, a chi la spada,
a chi la patria, a chi li strani liti.
Chi vuol andar a torno, a torno vada:
vegga Inghilterra, Ongheria, Francia e Spagna;
a me piace abitar la mia contrada.
Visto ho Toscana, Lombardía, Romagna,
quel Monte che divide e quel che serra
Italia, e un mare e l’altro che la bagna.
Questo mi basta; il resto de la terra,
senza mai pagar l’oste, andrò cercando
con Ptolomeo, sia il mondo in pace o in guerra;
e tutto il mar, senza far voti, quando
lampeggi il ciel, sicuro in su le carte
verrò, più che su i legni, volteggiando.
Il servigio del Duca, d’ogni parte
che ci sia buona, più mi piace in questa:
che dal nido natío raro si parte.
Per questo i studj miei poco molesta,
nè mi toglie onde mai tutto partire
non posso, perchè il cor sempre ci resta.
Parmi vederti qui ridere e dire,
che non amor di patria, nè di studi
ma di donna è cagion, che non voglio ire.
Liberamente te ‘l confesso; or chiudi
la bocca, che a difender la bugía
non volli prender mai spada nè scudi.
Del mio star qui qual la cagion si sia,
io ci sto volentieri; ora nessuno
abbia a cor, più di me, la cura mia.

Ludovico Ariosto

***

 

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4 risposte

  1. “Ariosto”…chi era costui? Un nome simile mi frulla in testa, ma non può essere esso-stesso-medesimo…non in panni sì faceti…!!! quello che mi hanno fatto conoscere a scuola scrive tutt’altre cose… direi che questo casca più a fagiolo per me…mi piace, ci sa fare!- il pezzo è scritto come sa scrivere la gente che sa scrivere e l’autore, appunto, mi pare che se la cavi piuttosto bene !!! La sua è una composizione che almeno come tono, come spirito se non come ” schema” ha, a mio avviso, il sapore della frottola . E’ in gamba questo ” sconosciuto”…mi sa che farà strada 😀

  2. “….
    Chi vuol andar a torno, a torno vada:
    vegga Inghilterra, Ongheria, Francia e Spagna;
    a me piace abitar la mia contrada.
    …”
    Tutto il mondo è paese e il paese è tutto il mondo, sembra suggerire Ariosto che già iscrisse “Parva sed apta mihi” con quel che segue.
    Ognuno segua il suo talento e non si vergogni di orizzonti brevi se così gli detta il cuore.
    Dal punto di vista letterario poi, la satira è ben scritta: fluente, sapida, immaginosa. Si legge che è un piacere.

  3. Caro Pasquale, grazie dell’omaggio. Avendo studiato materie prettamente scientifiche non conoscevo questa satira limitandosi i miei studi giovanili soltanto all'”Orlando Furioso”. Così per sapere qualcosa di più sul poeta mi sono andata a documentare su internet avendo sempre creduto che il poverino facesse la bella vita alla corte estense. Invece è saltato fuori che questa satira è probabilmente una dichiarazione di intenti in quanto l’Ariosto ebbe sempre a dipendere da qualcuno che lo utilizzava anche per incarichi non del tutto piacevoli. In wikipedia però non è assolutamente nominata né raffigurata la statua che domina la Piazza ora a lui dedicata – per un periodo l’alta colonna ospitò pure Napoleone- e nella quale si svolgono annualmente i giochi del Palio e varie gare sportive di pattinaggio a rotelle.
    Grazie dell’omaggio, l’ho gradito molto.

  4. Ariosto… Uno dei maggiori che mio padre Ferdinando mi recitava sovente, con la sua bella voce, insieme a Dante e al Tasso, tenendomi sulle ginocchia nelle sere di inverno di fronte al camino della vecchia casa. Altro che festival… di Sanremo!

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