Un poeta per volta: Linda Miante

 

LINDA MIANTE

 

L’AUTRICE 

Linda Miante nasce a Savona nel 1995. Durante e dopo la laurea in Lettere Moderne all’Università di Genova, si dedica al giornalismo. È stata inviata di un’emittente televisiva e attualmente si occupa di comunicazione istituzionale, oltre che di eventi culturali, musica e cinema. La raccolta Piccola biografia di periferie edita da De Ferrari Editore è la sua prima pubblicazione.

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da PICCOLA BIOGRAFIA DI PERIFERIE

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IL SENSO DELLA PIETRA

Arancione di terra
ed ebbre colline
l’odore del gregge
veleggiava sul Maestrale
tra francobolli di casupole
dal giorno e dalla notte le più lontane.
Tarantolati culti dissipavano
dei naufraghi le lusinghe mediterranee.
Non s’era mai visto un giorno come quello.
Sentivo le preghiere delle travi
chiamare una nuova incudine,
un nuovo martello
con lacrime piegate
sul fuoco di nuovo acciaio.

*

ADDIO GIORNO PIÙ ANTICO

Tu nascondimi il sole,
oltre il vortice del meridiano:
sono i fianchi che bruciano la carne
e il pietrisco lungo i pendii.
Sono le porte lattiginose
che non placheranno questa arsura.
Sono un frate stilita
avvolto nelle onde magnetiche
e sono uno specchio che riflette
i raggi di un tempo immobile
e per sempre rinnovato.

*

IL VARIARE DELLE OMBRE DÀ FORMA AL TEMPO

Cantami Diva,
l’inaudita violenza dei tetti di lamiera
che annacquano sputi di nuvole
e degli indovini rubano gli inganni
nel tramonto arrugginito dal caldo.
Se Dio in persona spalancherà le fauci
duramente svelandosi, io lo pregherò
– piedistallo nel chiacchiericcio delle rane
e con un esercito di sterili grembi
sarò sua sciamana di cattive abitudini.

*

ARCHETIPO MEDITERRANEO

Decora con mani di sabbia il crepuscolo la luna,
che dal mare ci allatta coi suoi fianchi prosperosi
e dona caviglie su cui ancheggiano i templi.
Cadono calcinacci
calpestati da un superstite di salsedine vestito.
Al gharb il molo dei naufraghi,
ancorati a lacrime straniere,
di bastimenti e diffidenti bestemmie.
Tornerà a casa, il sangue versato?
Ma da che parte del mare
se non in un riad marocchino,
in un circo,
in un ventre caldo?

*

IN QUESTO SOLE

Il cielo è uno schiaffo nudo.
Brucia le vene il desiderio che taglia il corpo
e feconda le linee
e si arrampica sulle gole,
reale come le parole
nel segreto squarcio
dal sapore di goccia.
Corrono ancora i treni verso il profondo Nord
a picco sulle pareti,
sul mare profondo della falesia mediterranea.
Quando rintocca il petto le chiese sussultano,
goccia dopo goccia.
Il nostro tempo smuove giorni fermi,
esala sospiri,
precipita tra le gambe.
È sera,
ma tu sei luce cullata da onde di fumo.
Tintinnano le stelle polari al pascolo
e sento finalmente
il rollio della vita.

*

PASSEGGERI DEL TURNO DI NOTTE

Intorno all’amore è una campana in festa,
dentro, è frastuono di corpi e parole,
una consorteria di affanni.
Ma quale visione di morte
udire in una vita
del cuore pesante
quell’appello solenne.

*

CUORE PESANTE

Mi nascondo nella polvere che si sbriciola
al pestare di un bambino la pioggia,
o quando il vento mi rastrella le labbra
tra le trame di un tombino
che al passare degli zoccoli salta.
Dove finisce, l’amoroso fluire del vento?
Mi nascondo dalle brezze,
vorrei essere birra che disseta
ape operosa,
nettare di gigli.
Invece incontro profeti di mille possibilità.
Vogliono darmi un falso successo,
ma chiederò indietro la mia fantasia.

*

LA BALENA BIANCA

Da chissà quale pianeta
spalancavo le porte del sonno
bagnandomi di acqua e di sorgo.
Nella lunga notte sulla collina
un’unica luce a disvelare
dei miei soprammobili le curve.
I palazzi in conclave
osservavano divertiti il mio scrivere
un raggio inchiodato al muro,
ora rosso ora azzurro.
Inebriate dalle stelle
anime di porpora danzavano
nel ventre della notte
come spasmi del sole.
Allora mi sporgevo,
raccoglievo i sorrisi caduti,
appendevo finestre al filo di luna
che baciava i fianchi di una donna-farfalla.
Le rane, sole, si amavano nella melodia di un aulo
e il mio cuore sputava l’infanzia religiosa
su stoffe macchiate di cose spaventose.
Ora la mia terra è nuda,
miniera di giorno e frontiera di notte.
Io sono aria e pensiero
specchio nello specchio
equanime tra i riflessi del vero
sempre diversa
sempre la stessa.

Linda Miante

 

Dicono di lei

«Uno sguardo cupo e disilluso che mescola luoghi fisici e dell’anima per scoprire una realtà severa dove la luce, fioca, si intravede tra le crepe. Una voce che attinge ora al realismo ora alla sfera del romanticismo, delineando un quadro cristallino in cui dominano l’angoscia e lo smarrimento».

Sara Erriu

«… Linda Miante compie una metaforizzazione di ardore e tenebra, tempo e necessità (nel suo significato greco), che non toglie presenze e dove la tensione dell’inconscio cognitivo è suprema.

La sua oscurità vellutata, le caligini, le ordalie, le notti di treni e di passaggi divengono il silenzio di elementi segreti che colgono luce di penombra sulle cose, dove finalmente, nella fame dello sguardo cogliere una insondabilità invincibile.»

Andrea Galgano

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5 risposte

  1. Uno specchio rotante, che riflette ombre. Un costante volgersi verso una realtà – o un sogno ipnotico – dove la fantasia percorre sentieri nascosti di un inconscio che si presenta ed opera nel multiforme e cangiante aggregarsi di relazioni ed accostamenti che nella loro inedita ed originale frequenza si aprono a significati che hanno sapore di profezia. Una scrittura ricca, spesso fuorviante, ma che lascia tracce ed incide la carne.

  2. Una spiccata facoltà descrittiva è il talento portante della poesia di Linda Miante, scrittura peraltro solenne, a tratti iniziatica, talora dai toni oracolari. L’accostamento e la fusione del dato realistico naturalistico con quello visionario la caratterizza e la distingue.

  3. Complimenti all’autrice. Davvero un piacere poter constatare che c’è ancora qualcuno che fa e scrive poesia, e non una semplice prosa “che va a capo” come purtroppo succede spesso anche con bestseller che ti invogliano proprio a fermarti alla seconda pagina.
    Grazie quindi per averci fatto scoprire questa piccola perla, che non vedo l’ora di approfondire con una lettura di tutte le liriche.

  4. Piacevole e notevole scoperta. Le immagini liguri evocate sono molto suggestive ed emozionanti, si sente che chi scrive lo fa con l’anima, oltre che con la penna. Una poetica che ricorda autori del passato, che ti tengono incollato alla pagina, che ti fanno arrabbiare, commuovere, pensare, innamorare e stupirti!

  5. Per me valutazione molto positiva! Una poetica che si scosta bene da quello a cui siamo abituati e riesce a penetrare nelle città e soprattutto – quale è il tema di fondo – nelle periferie di tutti noi. Riassumerei queste letture con il termine: immersive. Grazie.

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