DORIS BELLOMUSTO
Nota biobibliografica
Doris Bellomusto, nata a Cosenza, si è laureata in lettere classiche presso l’Università della Calabria. È docente di materie letterarie presso il “Liceo G. Pascoli” di Barga (LU), dove vive dal 2011. Non ha mai dimenticato né i suoi studi classici né le sue radici meridionali. Dalle sue inestinguibili nostalgie sono nate le raccolte di poesie “Come le rondini al cielo”, edizioni “Tracce”, Marzo 2020; Fra l’Olimpo e il Sud, Poetica edizioni, Luglio 2021; Nuda, Ladolfi editore, Giugno 2022, con cui consegue il secondo posto il Premio Nabokov per la sezione di poesia edita 2023/2024.
Suoi testi poetici inediti sono presenti in blog e riviste online: Alcuni testi già editi sono stati ripubblicati all’interno dell’antologia Riflessi, rassegna critica della poesia contemporanea, Edizioni Progetto Cultura, 2023, con nota di lettura a cura di David La Mantia.
È autrice del testo “Ti abbraccio, Teheran”, illustrato da Tiziana Tosi e pubblicato con Le Pecore Nere, nel 2023. Il libro risulta tra le opere selezionate all’interno del Progetto Gutenberg in Calabria per la XXI edizione Paure/Speranze.
Autrice dell’albo “Arianna” sempre illustrato da Tiziana Tosi e pubblicato nel 2024.
Direttrice della collana di poesia Foglie, nel 2024 pubblica la prima silloge “A corpo libero. Esercizi di poesia” per Le Pecore Nere Editore, con cui ottiene il secondo posto al concorso “Le Ragunanze” per la sezione di poesia edita.
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dalla silloge “A CORPO LIBERO”
(Poesie iniziali)
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Propositi
Sviscerare il cuore.
Seguire il vento.
Accarezzare il profilo
delle cose.
Annusare nell’aria
le stagioni.
Aprire il cuore come si apre
all’alba una finestra.
Respirare il cielo.
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La perifrastica attiva
Io del tramonto cerco
gli avanzi,
le sfumature.
La luna
mi basta dimezzata.
La lussuria della luna piena
non appartiene a me
che al cerchio preferisco la spirale,
che amo l’incompiuto,
il “quasi”, il “non ancora”,
la perifrastica attiva.
*
Adolescenti
Nuvole e vento nel cuore
e pioggia addosso
da asciugare al sole,
nascoste nelle tasche
dei jeans
bugie da spendere,
promesse da tradire.
*
Randagia
Persa
nell’oasi del deserto
come
nella radura del bosco.
Qua o là,
allora come ora,
attraverso la vita
come una gatta
attraversa la città,
camminando sui tetti.
Inconsapevole della meta,
ma sempre capace di ritrovare la strada.
Invidio chi sa
dove vuole andare,
chi non torna indietro,
chi non gironzola,
chi costruisce la strada
e la segue fino in fondo.
Io resto randagia.
*
Da tutti i cieli
Ci spiano gli dei
invidiosi del nostro
gioco mortale.
Da tutti i cieli
si affacciano gli angeli
custodi dei nostri
amori mancati.
Da tutti i cieli
invisibili demoni
suggeriscono
parole amare
destinate al vento,
parole dolci
destinate al cielo,
parole giuste
destinate alla terra,
custode ultima
di tutto ciò che resta
alla fine del gioco.
Da tutti i cieli
le stelle accendono
speranze vane.
Da tutti i cieli
nuvole fragili
esposte a tutti i venti
bagnano i sogni
acerbi di chi nasce
sotto un cielo
senza stelle.
Da tutti i cieli
i venti soffiano
su quel che resta
del sacro fuoco
che Prometeo regalò
agli uomini di buona volontà.
Da tutti i cieli
divinità sconosciute
strapperanno il cielo
di carta che ci avvolge.
Da tutti i cieli
una pioggia d’oro
ci potrà salvare,
se gli dei ci vorranno amare
ancora.
*
Pomeriggi d’Aprile
Si dilata il tempo,
scivola
oltre la sua unità di misura
nei pomeriggi d’Aprile.
Raccolgo
con lo sguardo
cose umili e marginali,
le custodisco in seno
come la terra
custodisce i semi.
E mai mi stanco
di continuare a cercare
il quadrifoglio.
*
Il resto
Vivere per addizione
è un vizio di forma,
si vive di ciò che resta
dopo tutto l’oblio.
Si sottraggono gli istanti
alla somma dei giorni.
Resta il cielo
respirato a cuore aperto.
Resta lo sguardo puro
di quando il mondo era
sognato e non ancora
sciupato da mani avide
e pance ingorde.
Il resto si dà per sottrazione.
Doris Bellomusto
*
Dicono di lei
«Un corpo libero è quello che spunta nella luce come una carne musicale, in attesa della sua ombra tradita. È il sogno di un bosco di nuvole sciatte, pascolate nel primo vento dell’autunno, nell’iride viola del crepuscolo. Lo spirito, canta Doris Bellomusto, è un animale leggero e randagio. I suoi atomi danzano in segreta e labile armonia, seguendo gli accadimenti ignoti di un miracolo. I passi
di questa coreografia selvaggia sono erranti e autentici: non riescono a trovare la forma fissa del simbolo ma disegnano un labirinto gioioso, nel cui cuore risuona la verità di un amore( …)
Questa scrittura accarezza le rovine angeliche di una dolcezza improvvisamente intuita, segue le tracce di una visione fuggita, scivola sulla pagina come una rondine, stende i suoi versi come una lucertola.»
(Marina Maggi, Prefazione alla silloge “A corpo libero”)
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«I poeti come Doris sanno trovare la bellezza nascosta nelle crepe insondabili nelle domande senza risposta e sanno rianimare i nostri cuori quando sconvolti e disperati si trasformano in “un chiodo nel petto”. »
Alessandro Ramberti
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3 risposte
Una scrittura semplice e raffinata allo stesso tempo. Bandito ogni accenno di rima, come si usa. Poesia intimista, del pensiero che scruta in sé, delle sensazioni. Un poetare diretto ed efficace dove il canto non cercs la musica, ma procede spedito all’essenziale.
Del tutto aliena da orpelli ritmico-fonetici, scomposta in segmenti brevi, non di rado monoverbali, la poesia di Doris Bellomusto, scolpita, epigrafica, autoanalitica, di stampo narrativo-concettuale, si distingue per lo stacco e la pertinenza degli “a capo”, per la nettezza dell’eloquio e la pregnanza poetica di talune similitudini.
La sua lettura del vissuto emerge per chiarezza comunicativa e purità linguistica.
Come mi piace questa poetessa!!!! Mi piace perché è semplice nel dire, non sbandiera paroloni, non si diletta nel costruire figure, metafore, immagini così chiuse che ti richiedono l’apriscatole e una notevole forza per aprirle e vedere che c’è dentro. Chiara e pulita come l’acqua, e come l’acqua semplice e luminosa. Una poesia che parla in maniera diretta, che ti avvicina senza la pretesa che sia sempre il lettore a doversi avvicinare a lei.