ROSSANA OMBRES
Rossana Ombres, nata a Torino nel 1931, è vissuta per lo più a Roma, dividendosi tra la poesia, la narrativa, il giornalismo e la critica letteraria. Si è spenta in solitudine a Livorno, nel 2009. Ha scritto, tra l’altro, in poesia: Orizzonte anche tu (1956), L’ipotesi di Agar (1968), Bestiario d’amore (1974, che ricevette il Premio Viareggio), Orfeo che amò Orfeo, poema drammatico (1975). Tra le opere di narrativa si ricordano: Principessa Giacinta (1970), Le belle statuine (1975), Memorie di una dilettante (1977), Un dio coperto di rose (1993), Baiadera (1997).
Figura letteraria e umana severa e appartata, Rossana Ombres è stata, sotto il profilo artistico, indipendente, singolare e autentica. Definita “anacoreta della parola”, dichiarò in un’intervista di non aver debiti letterari con alcuno, di seguire un percorso creativo tutto personale e di essere una scrittrice solitaria, aliena dalle mode e dai salotti culturali. Una voce, la sua, ben nota fin dagli anni Settanta agli amanti della poesia e del romanzo e poi anche ai lettori del quotidiano La Stampa con cui collaborò; ma oggi tuttavia quasi del tutto dimenticata. (P. B.)
da Bestiario d’amore, Milano, Rizzoli, 1974.
*
Fiore accalappiatore di salmi
C’è un fiore che fiorisce fuori stagione
e somiglia
per la sua conformazione
ad un asso di spade:
ha il colore di una lama e lancinante
è quel suo profumo di nemesi.
Ha un talamo debordante
che mugola di risentimento o d’amore,
gonfio e vivamente colorato
come l’impugnatura di un asso di spade.
Lo sognò, una notte,
un profeta
e lo vide al mattino:
mugolava forte
vicino alla porta di casa
piantato in un mucchietto di terra tremante
come la groppa d’un cavallino in corsa.
A pochi è dato di vedere
il fiore accalappiatore di salmi
che fiorisce quando il tempo dei fiori
è distante e dimenticato:
e solo i più santi
lo sentono gemere.
*
Notturno
Oggi ora in questo momento il mondo mi vola addosso.
Non ho fatto, nei giorni passati,
che guardare paesaggi,
lagune isole moriture colline tronfie ancora per poco
lunghe soporose arcate accudite da gechi e lumache:
morti arcaici animali premurosi di morte cose.
Questo, tutto questo
si vede quando già
il proprio sangue naviga lontano, doppia
nella tempesta il capo Horn
quando il rossore della carne
avvilisce nella grotta del vampiro, e il seme
della continuazione
appartiene a provette grafiche
sospese in un laboratorio sotterraneo.
Le carte sparse in questo tavolo, come somigliano
alle suppellettili della morte:
questo foglio é una tibia sguarnita
e questo quaderno una lampada dove l’olio finì in fretta
in una chiarata convulsa e sbilenca;
le altre robe scritte sono abiti che il defunto
non può piú indossare
e vanno per il robivecchi.
L’abito che vedete qui, usatelo per vestire il cadavere
aggiustate gli sopra una ciocca di fiori che tolga
lo stantio di questi vecchi materiali da costruzione.
Vi sorrido e vi saluto col fazzoletto
affacciata da una casa lontana.
*
Buchstabenengel per la mano sinistra
Anche Raziel, angelo lessicale, nel suo
silenzioso ritratto si gonfia di pioggia e decade
nel limbo delle allegorie cimiteriali. Poiché io sono
la lumaca non ancora eliminabile del mio suicidio
la casa che mi porto in testa m’intriga nell’ordito
ammirevole delle sue sete fossili:
ma come per uno sciocco errore
del computer, tutte le voglie vòltano all’incontrario.
La mano destra scrivente è già di marmo
resta viva
la mano sinistra che tace.
*
Scarabangeli
Un tuono a sinistra, nell’Eden,
e un fulmine tranciò
l’albero della Salvazione dai vinosi frutti.
Rafael, principe di tutti gli elettuari,
si dava d’attorno con la sua triaca
(linfa di fegato di pesce, fiori di manna e polvere
di zanna di pachiderma)
per salvare almeno Eva
portatrice di seme maturo.
Ma per errore salvò Lilit,
démone femminile schivo d’amplessi
che non sa qual sia l’uomo e quale il caprone
e l’uno e l’altro rifugge
usando del tempestivo odorato e del potere del volo:
e genera ad ogni nuova luna
dolci angeliche creature
dalle ali di scarafaggio.
*
La terra cominciò a tremare
La terra cominciò a tremare così forte!
Caddero muri
con tutti i loro interni carichi e caldi
si chinarono gli alberi
a raccogliere le loro foglie.
Una fiamma percorse i fiumi con salti da delfino
e le bocche delle sorgenti,
gridarono ognuna la propria meraviglia!
Un furore del sottosuolo
creò
e immediatamente moltiplicò
forme dall’avvenenza slittante:
placodonti di crogiuolo, devotissime
iguane e granseole meticolose.
L’anima, trasecolata, produsse santi.
Rossana Ombres
5 risposte
Una poesia discretamente ermetica, densissima di metafore ed allusioni, a tratti ossianica, quasi cimiteriale, tenebrosa. Tuttavia indubbiamente singolare, raffinata, con espressioni cesellate e ricercate, spiazzanti a volte. Lontana dal comune sentire ma, riconosco, apprezzabile. Costretta in una sorta di laboratorio di visioni costruite, di affabulazioni volutamente non comuni, quasi maschere dell’anima.
Poesia suggestiva ma di difficile lettura per i molti rimandi che presuppongono una conoscenza approfondita.
Cari amici, il blog si propone di presentare soprattutto assaggi di poesia, come ben sapete. Abbiamo fino ad oggi pubblicati molti scrittori, in versi o in prosa, più o meno conosciuti o anche molto famosi. Tutti degni di essere letti e meditati, al di là di ogni forma o tecnica di comunicazione. Una bella schiera di voci che emozionano, provocano il cuore a sentire profondo. E ringrazio voi che avete già commentato e gli altri amici che mai fanno mancare il loro valido contributo critico. E anche chi, in silenzio, viene a gustare questo miele.
E’ lontana dal mio sentire, ma è indubbiamente originale… A tratti la sua poesia mi pare solo una prosa con immagini poetiche, e forse lo è…o forse è ” poesia”…non lo so, è molto difficile per me distinguere l’una cosa dall’altra: magari bisogna avere una preparazione critica, magari è necessaria una sensibilità che non ho. Però è una scrittrice che mi affascina per queste immagini bibliche, per il suo mondo così particolare, per questo modo così ricercato di esprimersi…e perché si avverte nel suo lavoro una personalità indipendente e forte, sicura di sé, che va per la sua strada, e questo difficilmente accade con i mediocri…è indubbiamente una poetessa che vale la pena conoscere meglio. Mi piacerebbe un post con altre poesie sue e magari una nota critica , fatta da chi davvero sa fare critica ( chi ha orecchi intenda 😀 ) , che mi rendesse più accessibile questo mondo.
È una poesia composita e variegata, accumulativa, con una forte impronta visionaria, oracolare, iniziatica.
Il linguaggio poetico appare ridondante e sibillino, disseminato com’è di immagini simboliche , di metafore ardue, di locuzioni inedite, di presagi, di rivelazioni, che lo rendono spesso poco decifrabile, a tratti quasi delirante.