ALDA MERINI, CANZONE D’AMORE

          Alda Merini

Canzone d’amore per Giuliano Grittini

Il mio vecchio che sembra un ragazzo
e che tante volte avrei voluto uccidere
per gelosia e amore.//
Il mio vecchio che mi ha celebrato come venere
e mi ha messo su tutti i giornali.//
Il mio vecchio con cui ho fatto numerosi viaggi
e che non tornerà più//
dovrebbe dire a certe donne che
i suoi bianchi capelli
sono quelli del divino apollo
che incanta tutte le donne
e che io dafne mi nascondo tra i rami degli alberi
per non essere presa dalle sue braccia. //
Lui ha percorso mari e monti per conquistarmi
ma io sono un tronco di puro silenzio
e non gli farò vedere il fogliame. //
Il mio uomo che è bianco di capelli
e giovane di anni mi ha sempre portato lontano
e non ha mai ritratto queste fanciulle
che credono che un uomo, //

un uomo divino possa un giorno baciarle sulla bocca.

 

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N.B. La poesia è divisa in strofe. Poiché il programma fa le bizze, pongo alla fine di ogni strofa  una doppia barretta.

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5 risposte

  1. Poesia intensa. Una confessione a se stessa. Al suo “vecchio”, che pur ritraendola con la sua arte (quella fotografica) per mostrarla al mondo, non ha mai permesso – o non è mai stato capace (?) – di leggerle l’anima. La sua anima – un tronco di silenzio – che si nega, che non si concede a nessuno interamente, per restare libera…

  2. D’accordo con Lido. In più l’iterazione de “Il mio vecchio” in testa alle prime tre strofe colloca la figura del personaggio al centro della composizione, lo rende protagonista assolutamente preponderante e luminoso, “uomo divino”.

  3. Lirica , come altre della Merini, vibrante di passione , leggibile nel contrasto voluto tra i bianchi capelli e il volto giovane del fotografo che la ritrae con la sua arte, che Alda profondamente ammira, ma teme anche , perché sa che quando è grande l’arte , riesce a leggere l’anima. Ed ecco che il mito si fa strada, come sempre quando sfuggono i nessi logici e razionali del sentire, e il fotografo che ha davanti è simile ad Apollo divino ammirato da tutte le donne a cui , con la luce del suo fotografare, ha scoperto l’anima . Ma Alda sente il bisogno di proteggersi dal flusso inarrestabile di emozioni e si nasconde tra le fronde dell’alloro , novella Dafne, che si rifugia nei suoi versi.

  4. Mi mette a disagio questa poesia; ieri l’avevo letta, abbastanza di fretta perché presa da preoccupazioni e noie di vario genere e siccome non la conoscevo l’ho intesa in maniera diversa da come è per cui ho chiesto a Balestriere di togliere il mio commento che non c’entrava nulla col senso vero della poesia. Oggi l’ho riletta. Non sapevo di questo fotografo…come si può capire dal testo che il suo vecchio è un fotografo? Avevo pensato ad un pittore che l’avesse ritratta e ho voluto leggere in questi versi l’amore per un uomo della sua età, d’aspetto giovanile, il cui affetto avesse compiuto il miracolo di farla sentire bella e leggiadra mentre mi pare che non fosse né l’una né l’altra cosa. Vero che in fondo dice “ giovane di anni” e quello mi aveva lasciata perplessa, ma me l’ero accomodato a mio piacimento pensando che per lei era giovane comunque. In pratica mi sono creata l’immagine di una Merini su misura per i miei gusti. Ho voluto vederci il miracolo dell’amore che ti fa sentire sicura, accettata e che a sua volta non vede le rughe dell’altro ma solo il sorriso, ho voluto trovare una Merini che anch’io, come fa mezzo mondo, potessi amare senza riserve. Non era così. E mi dispiace, perché la Merini che ho potuto compatire come persona fragile,- anche se non ho chiaro quanto di vero e quanto di “accomodato” ci sia nella sua storia – non mi è mai piaciuta come persona in generale…e invece questa poesia secondo me me la presentava diversa.,migliore, più chiara , più nella norma. Oggi ho cercato qualcosa su questo fotografo: giovane ( chiaramente)…appena l’ha conosciuto si è fatta ritrarre nuda… E questa, in effetti… era lei, e mi tornava, non quella che mi ero creata da sola…Ora: un modo di sentire come il mio è chiaramente opposto a quello che sarebbe necessario per valutare un testo ; bisognerebbe saper distinguere l’opera dall’artigiano, . ..ma io non lo so fare. Non sempre, non nel suo caso comunque …A questo punto però il problema è mio: perché questo rifiuto? Perché mi sono fermata a quello che altri mi hanno detto anni fa: che la Merini è un “fenomeno” costruito apposta dalle case editrici perché era in manicomio e questo avrebbe fatto vendere, e che le sue poesie erano state aggiustate da non mi ricordo chi. Vero, vero a metà, falso… non lo so. Credo che riprenderò in mano qualcosa di suo…ricordo che una mi era piaciuta molto, era materna e umana…bisogna che la conosca un po’ meglio questa donna, ma ora come ora questa poesia vedo che è bella , ma dirlo mi costa.

  5. Se la poesia, specie la poesia d’amore,
    è un’operazione iperbolica e trasfigurante, qui ne abbiamo un chiaro esempio.
    In questa lirica la Merini è in preda a un’ebbrezza entusiastica che trasforma la realtà ed eleva l’oggetto del suo amore a una dimensione divina.
    Quindi la poesia rientra nel modulo classico dell'”elogio amoroso”, che la poetessa realizza bene, con slancio, abbandono e anche con una certa grazia.
    È interessante poi notare come la Merini “giochi” sull’età dei due amanti, scambiando i ruoli: per un momento il giovane diventa un vecchio canuto e la vecchia diventa una giovinetta ritrosa.

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