Franco Fortini, Lettera

                        Lettera

Padre, il mondo ti ha vinto giorno per giorno
come vincerà me, che ti somiglio.

Padre, i tuoi gesti sono aria nell’aria,
come le mie parole vento nel vento.

Padre, ti hanno spogliato, tradito, umiliato,
nessuno t’ha guardato per aiutarti.

Padre di magre risa, padre di cuore bruciato,
padre, il più triste dei miei fratelli, padre,

il tuo figliuolo ancora trema del tuo tremore,
come quel giorno d’infanzia di pioggia e paura

pallido tra le urla buie del rabbino  contorto
perdevi di mano le zolle sulla cassa di tuo padre.

Ma quello che tu non dici devo io dirlo per te
al. trono della luce che consuma i miei giorni.

Per questo è partito tuo figlio; e ora insieme ai compagni
cerca le strade bianche di Galilea.

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Una risposta

  1. Una poesia che è un grido di protesta e di dolore, con venature di un trasparente ermetismo. Una denuncia postuma, tuttavia vitale, delle sopraffazioni contro il padre, ma estese a se stesso e a un intero popolo. Un periodare asciutto, insistente, scevro da orpelli e da costruiti pietismi, nella essenzialità di una pena condivisa; nella scarna, lucida consapevolezza
    di un ultimo tentativo di trovare accoglienza e riposo nell’antica patria.

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