RICORDO DI ELIO ANDRIUOLI (1932-2024)

    RICORDO DI

ELIO ANDRIUOLI        

 

PROFILO BIO-BIBLIOGRAFICO

Elio Andriuoli è nato il 13 febbraio 1932 a Genova, città in cui ha lungamente esercitato la sua attività di docente. Dal 1992 ha condiretto la rivista di poesia e arte “Nuovo Contrappunto” e ha collaborato con numerose altre riviste, tra le quali: “Resine”, “Il Cristallo”, “Vernice”, “La Nuova Tribuna Letteraria”, “Issimo” e “L’Agave”. Ha presieduto il Premio di poesia e narrativa “Il Golfo” di La Spezia e ha fatto  parte di altre Giurie.
Ha pubblicato le seguenti raccolte di versi: Il tuo volto si perde (Ed. Rebellato, Padova, 1961); La tromba d’oro (Ivi, 1971); La spirale dei giorni (Ed. Il Gerione, Abano Terme, 1973); Quartine (Ivi, 1975); Fughe nel tempo (Ed. Edinord, Bolzano, 1976); Equinozio (Ivi, 1979); Reperti (Ed. Sabatelli, Genova,1984); Stagioni (Ed. Zappa, Sarzana, 1986); Maree (Edizioni di Resine, Savona, 1990); La traccia nel labirinto (Edzioni di Resine, Savona, 1991); Epifanie (Genesi Editrice, Torino, 1996); Scirocco (Libroitaliano, Ragusa, 2003); Il caos e le forme (Genesi Editrice, Torino, 2004); Per più vedere (Ivi, 2007).

Nel 1994 è apparso, presso l’Editrice Genesi di Torino, il volume Elio Andriuoli, Silvano Demarchi, Guido Zavanone – Tre poeti tradotti in tedesco da Joseph Maurer. Un’antologia delle sue poesie intitolata Itinerari è stata pubblicata nel 1996, con prefazione e a cura di Bruno Rombi, presso l’Editrice Europa di Craiova, con la versione romena a fronte di Stefan Damian, docente di quella Università. Nel 2002 è apparsa una raccolta dal titolo Per virtù di voce (Les Presses Littéraires, Saint-Estève), sempre con prefazione e a cura di Bruno Rombi, con la traduzione in lingua francese a fronte di Monique Baccelli.

In collaborazione con Silvano Demarchi ha curato l’antologia poetica Gruppo Golfo ‘89 – Per una poesia come ispirazione (Ed. Forum/Quinta Generazione, Forlì, 1990) e nel 1998, per conto dell’Editrice Genesi di Torino, unitamente a Sandro Gros-Pietro, l’antologia per proposte e per testimonianze della poesia contemporanea L’erbosa riva. Nel 1993, nel volume Storia della letteratura italiana (AA.VV.), pubblicato dall’Editore Guido Miano di Milano, è stato inserito il suo saggio La poesia del secondo Novecento in Liguria.

Ha inoltre scritto due libri di saggistica: Venticinque poeti – Ricerche sulla poesia del Novecento in Liguria (Ed. Sabatelli, Genova, 1987) e Dieci drammaturghi e quattro poeti-drammaturghi – Ricerche sul teatro del Novecento in Liguria (Editrice Liguria, Savona, 1995).

Nel 2003, per i tipi dell’Editrice Le Mani, ha pubblicato un saggio dal titolo La poesia di Guido Zavanone tra il sentimento dell’effimero e la ricerca dell’eterno.

Della sua produzione poetica si è occupato Bruno Rombi in un volume monografico dal titolo L’epifania poetica in Elio Andriuoli (Savona, Marco Sabatelli Editore, 2005).

Il giorno 11 luglio 2007, presso l’Università di Siena (Facoltà di Lettere Moderne), la signorina Fabiola Caloia si è laureata con 110 e lode, discutendo la tesi: La presenza dei classici nella poesia di Elio Andriuoli. Relatore il Professor Alessandro Fo. Correlatrice la Professoressa Donatella Puliga.

Infine larivista “Vernice” di Torino l’ha ampiamente presentato nelle pagine del numero 37/38.

Ha avuto numerosi riconoscimenti in Premi letterari a carattere nazionale, tra i quali si ricordano il “David” di Carrara (2001), il “Salò” (2004), il “Milano Duomo” (2005), l’“Anthia” (2007).

Trasferitosi poi a Napoli insieme all’amata moglie Liliana Porro, con la quale ha condiviso una vita intera,  non ha certamente smesso di  alimentare i suoi interessi culturali e poetici, ma anzi ha continuato  a far vivere, anche dopo la defezione degli altri fondatori, la rivista “Contrappunto”, svolgendo altresì un’intensa attività di scrittura in versi e in prosa, nonché di collaborazione con varie riviste, in particolare con “La Nuova Tribuna Letteraria”. Nel “periodo napoletano” si colloca l’unico libro che Liliana ed Elio hanno pubblicato insieme: L. Porro –  E. Andriuoli, Francesco D’Episcopo tra poesia e prosa, Graus Edizioni, Napoli, 2022.

Elio si è spento a Napoli,  il 22 aprile 2024.

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Nulla dirò della poesia suadente e fascinosa,  ma soprattutto vera del caro Elio Andriuoli.  Lo faranno ben altre voci, in calce a questa pagina. (P.B.)

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Alcune sue poesie

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GLI SPOSI ETRUSCHI

Abbracciati sull’urna ci sorridono
gli sposi etruschi. Vissero. Da lungi
ora guardano il mondo. L’apparenza
ripete arcane favole: l’azzurro
del cielo, i voli degli uccelli, il volgere
delle stagioni. Stanno. Ormai varcarono
la soglia delle ombre. Un lento sonno
scese sui loro cuori. Non parlategli
della trepida luce, non riditegli
del gioco delle nuvole. Potreste
turbarne l’ineffabile sapienza;
spezzereste l’incanto. Un’atra pena
li assalirebbe. Più non tornerebbero
come ora sereni. Una visione
antica li conduce. Essi la seguono:
lei più piccola, lui che la protegge.
Con calmo gesto guardano il futuro.

Tramonta il sole. Cadono sul muro,
in un barbaglio vivido, che accende
variopinti riflessi, le sue schegge.
L’attimo è fermo. L’universo attende.

*

IN LETIZIA
A mia madre

Non in cupa tristezza ma in letizia
(me l’avevi insegnato) occorre vivere.
Per questo stamane ti ho cercata
in un raggio dorato del mattino.
E subito ti ho ritrovata, ironica e lieve
qual fosti, sebbene un po’ imbiancata dal tempo.
Ritmava l’ora il suo gioco
di calde penombre
e mi ha aperto ancora alla speranza
la luce silenziosa del tuo sguardo
che mi parlava
dei colori del mondo e della gioia,
del sogno che vivemmo e che viviamo
giorno per giorno insieme.
L’eternità è nell’attimo: trovarsi
in esso è non morire. Così tutto
per noi ritorna e siamo sempre uniti
come all’alba degli anni.
Rinnovava l’attesa il suo stupore;
tesseva sempre l’ora la sua trama
di rideste, sottili rispondenze.
Ritrovavamo il senso della vita
che mai perde chi ama in questo innumere
cerchio delle apparenze:
la ricchezza infinita.

*

LA COLATA

L’ha chiamato la fiamma, l’ha accecato
la rossa lingua che colava giù
tra sulfurei bagliori ed acre fumo.
Lui, nel cercare scampo, ha volto i passi
verso quel rogo. È corso a perdifiato
incontro alla sua morte che gridava
dalla fornace viva. – L’ha inghiottito
l’incandescente magma, l’ha dissolto
il liquido metallo. Nulla più
di lui è rimasto: nulla su cui piangere –.

Un lingotto d’acciaio daranno ai figli
per ricordarlo e la giacchetta, intatta,
lasciata nello spogliatoio ad attenderlo
(l’anima sua è ormai sull’altra riva)
e la sua borsa con le scarpe nuove.

Bianca la luce sulle cose piove.

*

LE PAROLE DIPINTE

Nisi perpetua, tamen diuturna.
Le parole dipinte sulla porta
della dimora patrizia un messaggio
augurale ci mandano. Chi scrisse
quella frase ebbe il senso dell’eterno
e dell’effimero, ma con lieve cuore
guardò alla sua avventura e non lo punse
l’angoscia delle ore e della morte.
Se non perpetua, almeno duratura.
Gioca ai dadi col tempo e con la sorte
quella voce e serena ci accompagna.
È un’altra primavera. La campagna
è fiorita. Ondeggiano nel vento
in mezzo ai campi coccole risorte.
Lungi è fuggito il gelo dell’inverno
al vittorioso incedere di maggio.
Alto nel cielo raggia un nuovo sole.
Non è più chi pensò quelle parole
e in segreto dapprima se le disse,
forse a placare un avverso destino.
Caduta è l’ombra sopra il suo cammino,
né più sa perché mai nel tempo visse.

La sua dimora, immota, ancora dura.

*

EDICOLE
a Giovanni Meriana

Le Madonne dolcissime che a Genova
guardano dalle edicole passare
la folla per le vie della città,
là dove scorre la vita più oscura,
sanno tutto dell’ansie e dei tormenti
che affaticano gli animi: le storie
più dolorose, i grumi di tristezza
negati alla speranza ed i delitti
più efferati e più cupi. Ma anche sanno
le gioie e le lievi stagioni d’amore
che s’alternano ignare sopra il mondo
nel volgere degli anni.
I loro occhi
per gli uni piangono e agli altri sorridono,
in un moto di pietà materna.
E sempre le accompagna la leggenda
di un donato miracolo a chi giunto
era ad un punto estremo; d’implorate
o elargite salvezze.
A contemplarle
tornano antiche evanescenti larve
dai regni ardenti della giovinezza.
E come sempre si rallegra il cuore
che più leggero e più mite si fa:

trova ancora il suo bene e il suo stupore.

*

TORINO

Di una città regale mi riafferra
il fascino antico. Negli specchi
magici dei caffè mi riconosco,
rileggo le fattezze del mio viso
di un tempo. Sulla piazza il re a cavallo
ancora muove a traguardi di gloria.
Mi sfiorano i passanti. Le vetrine
lanciano chiari inviti. Sotto i portici
risuonano le voci d’altre età.
Vado senza sapere e si dipinge
il mondo di rinate meraviglie.
Una città della mia giovinezza.
Volti noti riaffiorano. Assaporo
dimenticate dolcezze. Mi coglie
il profumo malioso di Torino.

Si capovolge il tempo e sono là,
nel sottile miracolo dell’ora
(di lusinghe la vita si colora),
che corro ancora incontro al mio destino.

*

MARINA CVETAEVA

Voi che siete nel tempo, recitate un mio verso
ed in quello sarò ancora viva, come
nel vento dei miei giorni. Pronunciate il mio nome
e a voi ritornerò dal remoto universo

che ora mi possiede. Fu un’arcana avventura
che mi portò lontano da me stessa; un errore
che mi travolse. Oggi, chiusa nel mio stupore,
contemplo il mio destino e il mondo mi si oscura.

“Predatrice di anime” fui in vita e l’amore
più volte mi sedusse. Ma fui senza peccato
perché tutta mi diedi a chi ogni volta ho amato
e ogni volta l’accolsi con lo stesso tremore.

La parola a me giunse da lontano. Racchiuse
per me tutto il passato e il presente. Il futuro
restò per me un enigma insidioso e oscuro
a cui invano bussai e che sempre m’illuse.

Portento fu racchiudere nel verso i giorni e gli anni.
Ed è solo nel verso che mi ritroverete.
Chi fui, chi amai, che volli solo in quello saprete
e i miei oscuri dolori e i miei mai vinti affanni.

La morte la cercai in una terra ostile,
dove tutto perduto avevo e fu l’addio
alla vita sofferto. Allora solo Dio
mi venne incontro, e il volto del mio bimbo gentile.

Elio Andriuoli

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DAVANTI A UNA FOTOGRAFIA

                                     A Elio Andriuoli, in memoria

 A te, seduto al bordo d’una strada
-in breve sosta – su un tronco caduto,
dietro un corruccio accennato sorridono
gli occhi. Una canna nella mano destra,
sostegno nel cammino.
Sei stato, amico, un esperto viandante
della vita con una sacca piena
di cose buone da donare agli altri.
Hai fatto il tuo con grazia
per la nostra memoria.

Pasquale Balestriere
(9/10/ 2024)

 

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Stralci di giudizi critici

Elio Andriuoli  (…) poeta genovese di lunga dedizione alla parola poetica, percepita e ricercata soprattutto nella sua funzione e nelle sue possibilità di comunicazione sugli aspetti più raccolti e sentiti dell’umana esistenza.

Rosa Elisa Giangoia

*

Elio Andriuoli ha il dono, rarissimo, della cristallinità delle immagini e delle sensazioni, sempre suscitatrici […] di idee, e di quella profonda semplicità, oggi quasi del tutto scomparsa dal panorama della nostra poesia.

Giorgio Caproni

*

C’è in Andriuoli la ricerca sottile e fruttuosa di un linguaggio personale, raggiunto con la collocazione accorta e spesso non consueta delle parole nel flusso del discorso, con la novità delle immagini, con lo spiccato senso della musicalità che aderisce compiutamente a quanto il poeta viene via via significando.

Guido Zavanone

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Credo che nessuno oggi, come Elio Andriuoli, sappia modulare con tanta musicalità, tanta eleganza, tanta varietà di accenti e di ritmi, l’endecasillabo, cioè il metro fondamentale di tutta la nostra tradizione, tuttavia ricreandolo e rinnovandolo attraverso una straordinaria sapienza nella disposizione, all’interno, di immagini, figure, e l’aggiunta, nei momenti decisivi, che sono quelli conclusivi di ciascun componimento, della rima, chiamata ad acuire una sentenza, una riflessione, una visione, a rinnovare il senso profondo di una descrizione, di un’esperienza della vita.

Giorgio Barberi Squarotti

*

In Reperti la raffinata eleganza del verso è lo specchio della capacità di raccoglimento, della profondità del sentire, d’una lucidità non ostentata e quasi segreta, pur nella varietà delle occasioni e nella diversità dei motivi.

Aldo Capasso

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Andriuoli sa fondere insieme come pochissimi oggi, note pittoriche e indugi intimistici. Senza sovraccaricare il verso di doppi sensi, artificiosamente, sul modello di certo analogismo ermetico, egli riesce a penetrare nei risvolti segreti dell’anima, con metafore rese trasparenti da un linguaggio che rifugge da preziosismi retorici.

Vittoriano Esposito

*

Il fiato, o il filo rosso del divino, corre negli strati, nei lacerti delle cinque sezioni d’uno spartito ispirativamente unitario, ampio e prensile alla maniera d’un canzoniere (Saba è consanguineo), che canta nella sua peculiare misura, l’endecasillabo variamente modulato, l’amore totale alla vita, i soprassalti, le illuminazioni, le intelligenze, la pena e il riscatto del transito quotidiano. Nulla risulta escluso e nulla ricercato nel registro percettivo di questo poeta. Semmai […] dal fondo delle sue annessioni tematiche gli elementi fondanti – paesaggio e istanze – emergono modernamente reinventati a coniugare la fedeltà alla tradizione con la irrevocabilità del nuovo, della ricerca, del travaglio verbale.

Pasquale Maffeo

*

Coerenza, fedeltà a se stesso, nel senso di qualità costante di scrittura, nel senso di ferma consapevolezza espressiva. Il verso è vario, spesso libero. Tuttavia dell’endecasillabo, starei per dire dell’“endecasillabo ben temperato”, sono stati salvati lo spirito e l’eredità: la vocazione, cioè, all’appropriata misura. Il significante ritmico e metrico si congiunge col significato. Alla raggiunta misura interiore non occorre più un modello estrinseco, costante, anzi è gioia ritrovare per ogni verso un ritmo discreto, lievemente variato, una libertà apollinea che trova in se stessa il proprio canone.

Emerico Giachery

 

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7 risposte

  1. C’è una naturale leggerezza, una morbida e fluente scorrevolezza nei versi di questo poeta. Sia che descriva moti dell’animo suo sia che volga lo sguardo intorno o che navighi sul mre del tempo. È la “purezza” che colpisce, la trasparenza virginale del suo poetico fluire, senza inciampi, con la naturalezza di un sentire che stupisce e affascina, pur nell’uso mai affettato di una parola ricercata, ma costantemente lucida e piena. Si avverte un poetare non costruito o artefatto, un discorso che sgorga vivo e sincero, come una sorgente inesauribile, preziosa e incorrotta, di acqua pura.

  2. C’è un intento eufemizzante e una volontà pacificante nella poesia di Elio Andriuoli, una fede innata nell’innocenza dell’uomo. La sua scrittura poetica è una prosa lirica che, come osserva Lido, scorre fluente, naturale, ricorrendo solo all’occasione, quasi incidentalmente, a orpelli metrici di ritmo o di rima.
    La sua è una versificazione assai libera e originale, in cui tuttavia sono ben riconoscibili una trama omogenea, una linea prosodica e un afflato lirico alquanto coinvolgenti.
    Malgrado il tono volutamente semplice e colloquiale, non sfugge poi la nettezza verbale e, qua e là, anche la ricercatezza lessicale, frutto entrambe di una padronanza linguistica non comune.

  3. Elio Andriuoli, un uomo in punta di piedi, ma poeta potente, un uomo semplice nella vita, ma di alti ideali e profonda cultura.
    Elio, un uomo un po’ sornione, dolcissimo, ma determinato: un amico.
    Mirna Brignole

  4. Oltre alla poesia, di Elio Andriuoli apprezzo la deontologia professionale, il rigore morale e intellettuale del maestro di vita, in sintesi, i valori sui quali ha dibattuto con la forza e la potenza della parola poetica schietta, cristallina, mai caustica, mai corrosa da orpelli e bizantinismi di maniera. Pur essendo un valido poeta e un critico eccellente, Elio ha sempre conservato un atteggiamento affabile e gentile, discreto e riservato, doti degli spiriti onesti, che non cadono mai nelle ombre dell’oblio per l’esemplarità del comportamento e l’amore per la scrittura. Tale il messaggio e la lezione di vita che ci ha lasciato Elio Andriuoli.

  5. Poesia serena e rasserenante di grande saggezza nonché impatto emotivo. Ammirevole anche la varietà degli argomenti non circoscritta al solito déjà vu.

  6. Una bella selezione quella qui proposta capace di far apprezzare appieno la grandezza di questo autore. Una voce che arriva paterna e amica a svegliare i colori della fanciullezza quando, come dice una nota canzone, si potevano mangiare anche le fragole.

  7. Sia nella libera, sia nella metrica dove a volte si lascia andare a qualche verso non rigidamente in linea con la misura del resto o dissemina qualche rima quasi ad ingentilire e impreziosire maggiormente il tutto, ho letto con vero piacere queste poesie da cui traspare un animo sereno, equilibrato. Versi che definirei, e chiaramente nel senso più positivo possibile, ” tranquilli” che ti parlano di cose semplici e comuni, e indugiano a riflessioni che fanno parte della vita di tutti. Una voce che si ascolta volentieri sia quanto narra che quando ricorda o riflette.

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