Ai collaboratori e ai seguaci del blog “GLOSSE ALLA VITA” auguro di trascorrere le feste pasquali in serenità e letizia.
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Alessandro Manzoni
Resurrezione
E’ risorto: il capo santo
più non posa nel sudario
è risorto: dall’un canto
dell’ avello solitario
sta il coperchio rovesciato:
come un forte inebbriato,
il Signor si risvegliò.
Era l’alba; e molli il viso
Maddalena e l’altre donne
fean lamento in su l’Ucciso;
ecco tutta di Sionne
si commosse la pendice
e la scolta insultatrice
di spavento tramortì.
Un estranio giovinetto
si posò sul monumento:
era folgore l’aspetto
era neve il vestimento:
alla mesta che ‘l richiese
dié risposta quel cortese:
è risorto; non è qui.
Giovanni Pascoli
La domenica dell’ulivo
Hanno compiuto in questo dì gli uccelli
il nido (oggi è la festa dell’ulivo)
di foglie secche, radiche, fuscelli;
quel sul cipresso, questo su l’alloro,
al bosco, lungo il chioccolo d’un rivo,
nell’ombra mossa d’un tremolìo d’oro.
E covano sul musco e sul lichene
fissando muti il cielo cristallino,
con improvvisi palpiti, se viene
un ronzio d’ape, un vol di maggiolino.
Guido Gozzano
Pasqua
A festoni la grigia parietaria
come una bimba gracile s’affaccia
ai muri della casa centenaria.
Il ciel di pioggia è tutto una minaccia
sul bosco triste, ché lo intrica il rovo
spietatamente, con tenaci braccia.
Quand’ecco dai pollai sereno e nuovo
il richiamo di Pasqua empie la terra
con l’antica pia favola dell’ovo.
Ada Negri
Pasqua
E con un ramo di mandorlo in fiore,
a le finestre batto e dico: «Aprite!
Cristo è risorto e germinan le vite
nuove e ritorna con l’april l’amore
Amatevi tra voi pei dolci e belli
sogni ch’oggi fioriscon sulla terra,
uomini della penna e della guerra,
uomini della vanga e dei martelli.
Aprite i cuori. In essi irrompa intera
di questo dì l’eterna giovinezza ».
lo passo e canto che la vita è bellezza.
Passa e canta con me la primavera.
Andrea Zanzotto
Elegia Pasquale
Pasqua ventosa che sali ai crocifissi
con tutto il tuo pallore disperato,
dov’è il crudo preludio del sole?
e la rosa la vaga profezia?
Dagli orti di marmo
ecco l’agnello flagellato
a brucare scarsa primavera
e illumina i mali dei morti
pasqua ventosa che i mali fa più acuti.
E se è vero che oppresso mi composero
a questo tempo vuoto
per l’esaltazione del domani,
ho tanto desiderato
questa ghirlanda di vento e di sale
queste pendici che lenirono
il mio corpo ferita di cristallo;
ho consumato purissimo pane.
Discrete febbri screpolano la luce
di tutte le pendici della pasqua,
svenano il vino gelido dell’odio;
è mia questa inquieta
Gerusalemme di residue nevi,
il belletto s’accumula nelle
stanze nelle gabbie spalancate
dove grandi uccelli covarono
colori d’uova e di rosei regali,
e il cielo e il mondo è l’indegno sacrario
dei propri lievi silenzi.
Crocifissa ai raggi ultimi è l’ombra
le bocche non sono che sangue
i cuori non sono che neve
le mani sono immagini
inferme della sera
che miti vittime cela nel seno.
7 risposte
Belle, belle tutte…sono autori di pregio per cui non poteva essere che così…ed ora quale ” scegliere”? Non Manzoni… l’Autore è da lettere maiuscole, ma a me non piace l’ottonario, ritmo troppo cadenzato , e mi piace poco anche come ” racconta”. Dovrei star zitta, ignorante come sono, ma questo modo di esporre con la rima tronca che appare qua e là…insomma, per parlar fuori dai denti a me pare che Manzoni, pur religioso come era, qui non ci abbia messo l’anima. Troppo studiato l’insieme, troppo costruito e in quel che è costruito , anche se perfetto come forma, si perde inevitabilmente ogni sapore di spontaneità. Piacevole Ada Negri; a parte un errore metrico ( c’è un verso di 12) , ma insomma, anche se si sente quella maniera di poetare di una volta, anche se è la solita storia della Primavera e della Pasqua, se c’è il classico appello alla ” fate bene fratelli”, beh…ci sono alcuni versi ” uomini della penna e della guerra, uomini della vanga e del martello” che a me piacciono. Pascoli è sempre un gioiello nelle immagini della natura, con quel tremolio d’oro, col chiccolo d’un rivo e così via: non saprei dire quanto ci sia di studiato e di ripetuto e quanto di cuore, ma resta il fatto che incanta sempre. Ma la sostanza vera, il fremito interiore, le grandi domande dell’uomo io le vedo in Gozzano e in Zanzotto. Mentre gli altri sono ancora immersi in un mondo che oserei dire adolescenziale nel quale la Pasqua è tutt’uno con la Primavera e a Primavera-Pasqua tutto rinasce e tutti diventiamo più buoni, in Gozzano e Zanzotto il sogno è finito. Sarà che il mondo di oggi fra droga, inquinamento, minaccia nucleare, cambiamento climatico senza dire della guerra che c’è sempre stata, leva dagli occhi anche del più ingenuo sognatore ogni velo, ma si sente che questi due appartengono ad un mondo che non è più quello di prima. ” La pia favola dell’ovo”…”Discrete febbri screpolano la luce/di tutte le pendici della pasqua, e tutto il resto che segue…come si fa a dire che sia la medesima Pasqua primaverile, pulita, innocente e canterina degli altri! C’era sì, la tragedia e il dolore , questo è inevitabile…Cristo è risorto, ma prima è morto e anche con immensa sofferenza, ma c’era anche la coscienza che POI era iniziato un mondo nuovo, c’era la fiducia nell’oggi. Qui c’è una realtà diversa . Ed è amara.
Cara Lidia, vedo che nel commento hai passato in rassegna, una a una, le poesie proposte, annotandole con la tua simpatia, la tua vivacità e acume. Ti si legge sempre volentieri.
Grazie Pasquale!
Alle poesie riportate da Pasquale e commentate da Lidia aggiungo questa ode Barbara carducciana, idillio primaverile del giorno di Resurrezione.
Sogno d’estate
Tra le battaglie, Omero, nel carme tuo sempre sonanti
la calda ora mi vinse: chinommisi il capo tra ‘l sonno
in riva di Scamandro, ma il cor mi fuggì su ‘l Tirreno.
Sognai, placide cose de’ miei novelli anni sognai.
Non più libri: la stanza da ‘l sole di luglio affocata,
rintronata da i carri rotolanti su ‘l ciottolato
de la città, slargossi: sorgeanmi intorno i miei colli,
cari selvaggi colli che il giovane april rifioría.
Scendeva per la piaggia con mormorii freschi un zampillo
pur divenendo rio: su ‘l rio passeggiava mia madre
florida ancor ne gli anni, traendosi un pargolo a mano
cui per le spalle bianche splendevano i riccioli d’oro.
Andava il fanciulletto con piccolo passo di gloria,
superbo de l’amore materno, percosso nel core
da quella festa immensa che l’alma natura intonava.
Però che le campane sonavano su da ‘l castello
annunziando Cristo tornante dimane a’ suoi cieli;
e su le cime e al piano, per l’aure, pe’ rami, per l’acque,
correa la melodia spiritale di primavera;
ed i peschi ed i meli tutti eran fior’ bianchi e vermigli,
e fior’ gialli e turchini ridea tutta l’erba al di sotto,
ed il trifoglio rosso vestiva i declivii de’ prati,
e molli d’auree ginestre si paravano i colli,
e un’aura dolce movendo quei fiori e gli odori
veniva giú dal mare; nel mar quattro candide vele
andavano andavano cullandosi lente nel sole,
che mare e terra e cielo sfolgorante circonfondeva.
La giovine madre guardava beata nel sole.
Io guardava la madre, guardava pensoso il fratello,
questo che or giace lungi su ‘l poggio d’Arno fiorito,
quella che dorme presso ne l’erma solenne Certosa;
pensoso e dubitoso s’ancora ei spirassero l’aure
o ritornasser pii del dolor mio da una plaga
ove tra note forme rivivono gli anni felici.
Passar le care imagini, disparvero lievi co ‘l sonno.
Lauretta empieva intanto di gioia canora le stanze,
Bice china al telaio seguía cheta l’opra de l’ago.
Giosuè Carducci
Auguri a tutti. E che finalmente prevalga la Pace!
Pasqua di pace per i bambini del mondo
Ecco Pasqua; il sole splende;
primavera è ritornata,
tutto intorno ingemma e accende
una terra risvegliata.
Resta ancora un pettirosso
che saltella sopra il tetto,
con il petto tutto rosso,
di quel sangue benedetto.
Alla vita ora è risorto
chi fu giusto e condannato,
ed in croce appeso e morto
rendé al ciel l’ultimo fiato.
Ora a nuovo anche ritorna
ogni cuor che al freddo giace,
alla luce che raggiorna
che riporta a ognun la pace.
Sia bandita l’aspra guerra
che di croci il mondo copre,
trovi requie infin la Terra,
sol di pace siano l’opre.
E che il piccolo uccellino
volar possa più contento,
più sicuro il suo cammino
a altri lidi, ad altro vento.
AUGURI Di BUONA PASQUA A TUTTO IL GRUPPO.
Questo ritmo ottonario ha la freschezza e la baldanza di giovani cuori e di primavere in marcia verso il futuro.
Grazie Pasquale. Speriamo che il buon senso prevalga e che queste atrocità abbiano termine. Non solo in Ucraina…