NATALIA GINZBURG SULL’ITALIA
“L’Italia è un paese pronto a piegarsi ai peggiori governi. È un paese dove tutto funziona male, come si sa. È un paese dove regna il disordine, il cinismo, l’incompetenza, la confusione. E tuttavia, per le strade, si sente circolare l’intelligenza, come un vivido sangue. È un’intelligenza che, evidentemente, non serve a nulla. Essa non è spesa a beneficio di alcuna istituzione che possa migliorare di un poco la condizione umana. Tuttavia, scalda il cuore e lo consola, se pure si tratta d’un ingannevole, e forse insensato, conforto“. (da Le piccole virtù di Natalìa Ginzburg)
L’espressione mi ha fatto molto riflettere, innanzitutto perché a queste conclusioni sono giunto anch’io nel corso della vita ; poi per la severità della pronuncia e infine perché queste opinioni Natalìa Ginzburg le annotava già nel 1962 ne “Le piccole virtù”(Einaudi), una serie di scritti che oscillano tra il racconto e il saggio e rivelano una lucidità e onestà di giudizio davvero ammirevoli; ben in linea del resto con il carattere e la personalità di una donna che, pur duramente provata dal fascismo, riusciva a rimanere serena e obiettiva.
Son trascorsi sessant’anni dalla pubblicazione de “Le piccole virtù”. In questo lasso di tempo ne abbiamo viste di cose inguardabili e irriferibili! Quanto ci aveva visto lungo Natalìa Ginzburg!