Io sono
l’anguria spaccata che illividisce,
il tamburo a sonagli pulsato
dalla mano invisibile del Tempo,
la follia errante dei sì e dei no,
la carne e il pensiero,
la dimenticanza e il ricordo,
la terra e l’etere.
Io sono
lo stanco sospiro del dio
smarritosi nell’intrico dell’umano,
barlume onirico,
a volte realistica tela di vita.
Io sono
lo spirito verde della natura,
il dubbio dell’essenza,
il mesto attimo della comprensione umana.
Io sono
il vento vuoto e ricco,
il grido del bambino nel primo mattino,
l’uccello sempre in volo
e sempre attaccato alla terra.
Io sono
il blu ubriaco di calura estiva
che ha perso ogni speranza di diventar rosso,
il verme che nuota nell’atonia melmosa di questo mondo
che vive e muore.
Io sono
solamente
un uomo.