Il viaggio per Itaca, metafora della vita: da vivere degnamente; e pienamente.
KONSTANTINOS KAVAFIS
ITACA
Se per Itaca volgi il tuo viaggio,
fa voti che ti sia lunga la via,
e colma di vicende e conoscenze.
Non temere i Lestrigoni e i Ciclopi
o Posidone incollerito: mai
troverai tali mostri sulla via,
se resta il tuo pensiero alto e squisita
è l’emozione che ci tocca il cuore
e il corpo. Né Lestrigoni o Ciclopi
né Posidone asprigno incontrerai,
se non li rechi dentro, nel tuo cuore,
se non li drizza il cuore innanzi a te.
Fa voti che ti sia lunga la via.
E siano tanti i mattini d’estate
che ti vedano entrare (e con che gioia
allegra) in porti sconosciuti prima.
Fa scalo negli empori dei Fenici
per acquistare bella mercanzia,
madrepore e coralli, ebani e ambre,
voluttuosi aromi d’ogni sorta,
quanti più puoi voluttuosi aromi.
Recati in molte città dell’Egitto,
a imparare imparare dai sapienti.
Itaca tieni sempre nella mente.
La tua sorte ti segna a quell’approdo.
Ma non precipitare il tuo viaggio.
Meglio che duri molti anni, che vecchio
tu finalmente attracchi all’isoletta,
ricco di quanto guadagnasti in via,
senza aspettare che ti dia ricchezze.
Itaca t’ha donato il bel viaggio.
Senza di lei non ti mettevi in via.
Nulla ha da darti più.
E se la trovi povera, Itaca non t’ha illuso.
Reduce così saggio, così esperto,
avrai capito che vuol dire un’Itaca.
Konstantinos Kavafis
(da Costantino Kavafis, Poesie, a cura di Filippo Maria Pontani, Oscar Mondadori, 1961, pag. 44-47)
3 risposte
“…….
L’inclito verso di colui che l’acque
Cantò fatali, ed il diverso esiglio
Per cui bello di fama e di sventura
Baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.
……..”
Nel mito di Ulisse, Foscolo vede la lontananza dalla Patria come ” sventura” e “diverso esiglio” , nella luce dolorosa della nostalgia in una sorte ostile ( mutatis mutandis fu così anche per Dante che, senza quel dolore senza rimedio, mai e poi mai avrebbe scritto il suo capolavoro).
Kavafis, al contrario, la vede come un’opportunità di conoscenza.
La sua bella poesia, colma di amore per la vita, rovescia i termini della questione.
Questa poesia è chiaramente una allegoria di un viaggio dello spirito, verso l’affinamento dell’anima attraverso l’esperienza, verso un’ITACA della conoscenza, senza pregiudizi, in un anticonformismo totale contro le regole costituite, volto solo ad un arricchimento personale, che è anche un arricchimento collettivo.
Spero di non aver rovinato con questi miei versi l’originale.
(…. dei remi facemmo ali al folle volo ….)
ITACA (KOSTANTINOS KAVAFIS)
Ascolta: Itaca chiama. Di partire
per lunga e ricca via disponi il core.
Dei Ciclopi e Lestrigoni patire
non hai l’incontro, o di Nettun furioso,
ché non sarà più vivo il tuo dolore
se il pensier terrai alto e valoroso
e lo spirito al corpo avrai maggiore.
Ché solo, e sola una, è la ragione
che può fermarti, vinto, sul cammino:
se l’alma tua contro di te si pone
Che sia lunga la strada al tuo viaggio
e dell’estate fulgida i mattini
ti portino ad approdi, e con coraggio
ai primi porti, ove di merci fini
acquisterai gran copia, e più brillanti
di perle gran tesori, ambre, coralli
ed ebano e profumi inebrianti,
negli empori fenici, e di metalli.
All’egizie città movi il tuo passo
e alla sapienza antica volgi il cuore.
Dai dotti impara più che puoi, ché basso
è il saper nostro sempre ed il valore.
Ma Itaca scordar giammai non devi:
giungerla sempre sia il tuo chiodo fisso,
il tuo pensier costante, inobliato.
Non aver fretta, siano i passi lievi,
prolunga il tuo cammin, quando invecchiato
avrai il tesoro che ti sei prefisso.
Non t’aspettar da Itaca altre spoglie,
ché già donato t’ha questo viaggio.
Se povera la trovi alle tue voglie,
deluso non sentirti. Pur se niente
in più d’aver potrai, col tuo coraggio
t’ha reso assai più esperto e più sapiente.
Prodigioso Lido, che sai trasformare una bella poesia in bellissima. Credo che la traduzione di Pontani, non conoscendo io il greco, sia già buona nel rendere una certa musicalità e nell’essere probabilmente molto fedele all’originale, ma il tuo testo è veramente insuperabile anche questo a dimostrare che la metrica è una componente essenziale della poesia.