LIDIA GUERRIERI
(Per la biografia si veda il post del 21 dicembre 2022)
*
LA MIA MUSA
Quando feci domanda
dissero che era tardi: niente Musa.
C’era solo una piccola creatura
che nessuno voleva perché nata,
come me, poco amabile e sdegnosa.
Mi guardò con rancore
e mai mi dettò un verso.
Si piantò immusonita in un cantuccio
e quasi controvoglia, con un dito
indicava talvolta una grondaia
tutta zuppa di cielo,
o una piccola nube corrucciata
o un ramo che si stropicciava gli occhi,
e in lieve camiciola
era già pronto al sonno dell’Inverno.
Nulla mi disse delle grandi frasi
che popolano i versi dei poeti,
nulla mi suggerì, ma nel suo sguardo
vidi piane bruciate e oscuri baratri,
e lo splendore della Primavera,
le stagioni dell’anima,
le ombre dell’Ade, il fuoco delle stelle
e l’infinita ricchezza dell’Uomo,
e sulle labbra lessi le parole
che non sapeva dire.
*
PER HEIDI
(12 Maggio 2023)
Non ho parole a colmare il silenzio
né sguardi per riempire tutto il vuoto
delle tenere tracce del tuo andare.
Com’è deserta l’ombra del giardino
in questa prima sera senza stelle
in cui il tuo sguardo più non fora il buio,
né il manto fulvo si accende alla luna.
Quanto freddo nell’angolo svuotato
della tua cuccia di nanne e dolore!
Chi mi trascinerà fuori al mattino
nell’impazienza dei tuoi passi lenti
davanti ad ogni foglia, ad ogni fiore…
chi mi farà arrabbiare scorrazzando
da un giardinetto all’altro
e noi dietro-apri e chiudi- ormai San Pietro
di questa casa così silenziosa
ora che manca l’allarme innocente
contro il vicino che passava ignaro!?
Come ho desiderato il tuo partire
per spiagge senza sangue né paura,
di non vedere spengersi la luce
giorno per giorno nei tuoi occhi buoni,
come ho desiderato che finisse
la mia incapacità, il tuo calvario
che mi ha inchiodato sulla mia impotenza!
Io che ho dovuto farmi per te dio
tagliai il filo che ad Altri apparteneva,
perché tu andassi libera
senza obbligarti alla pena di vivere.
*
FIGLIA
Parlami col silenzio delle stelle,
quel filo di silenzio luminoso
che scende ad affondare le radici
dentro i campi sereni del tuo sguardo.
Lì è scritta ogni memoria di dolore
a lettere leggere, come tracce
di foglie sulla polvere, e ogni gioia
come su pietra è incisa. Perché tu
lasci agli argini, in ombra, i sassi scuri
aridi di ogni pena, e in pieno sole
pianti i bulbi dei giorni di allegrezza.
Si fa perciò ricchezza il tuo silenzio
che tutto vede e sa, tutto comprende,
tutto ricorda e tace, tutto accetta,
e quella leggerezza dell’esistere
che sboccia chissà come
fra le tue mani di edera aggrappate
fragili e forti al tronco della vita.
*
LEI
Lei, materna e terribile,
primo abbraccio, cuscino di silenzio
che il seme avvolge e di sé lo compenetra;
dea dai volti variabili,
dal piede argenteo e dalla corsa rapida,
che senza voce canta nenie antiche
e al vento innalza grida di furore.
Lei pietosa e carnefice,
che col suo pianto uccide e risolleva,
ausiliatrice infida, Musa artefice
che in secoli scolpisce e infrange e crea,
che sbrana le foreste, e per le dune
passa e lucente palpita sui fiori.
Lei dal seno abbondante e il ventre gelido
di ombre profonde e sepolcri abissali.
Sacra e divina, immensa e inafferrabile,
senza una forma e di ogni forma piena,
acqua, fonte del mondo, madre altissima.
Lidia Guerrieri
***
13 risposte
Una parola sola BELLISSIME. E per fortuna che la tua Musa non ti assiste!!!
Grazie, grazie e grazie ancora per aver messo i miei versi in questo blog “popolato” da poeti davvero in gamba:-)!
Grazie Carla; tu sei davvero una Poetessa con la maiuscola…per questo il tuo apprezzamento mi fa tanto, tanto piacere.
Il canto degli affetti è il terreno più congeniale a liberare il talento poetico di Lidia: lì si manifestano al meglio le sue qualità letterarie: un dettato che affianca la distesa eloquenza delle prosa e la sintesi armonica della poesia, fondendole in un “unicum” omogeneo e indivisibile.
Un dettato sapiente ma comprensibile a tutti, dove la pertinenza metrica, la raffinatezza di talune locuzioni e un’enfasi epicheggiante passano quasi inosservate.
Far sembrare semplice e facile ciò che semplice e facile non è: questa la prerogativa della poesia di Lidia.
E dei grandi poeti.
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Lidia è una amica. Da tempo, ormai. Commentare un amico poeta è sempre un rischio: si può scivolare facilmente nella piaggeria. Ma qui non posso non dire che queste quattro liriche sono quattro splendide gemme. Lidia ama spesso – forse gigioneggiando un po’, o magari per troppa e sincera modestia, non definirsi poeta. Ma… allora, se non è poesia questa, dove sta la poesia? Quando una lirica sa di autenticità, di spontanea partecipazione, di non affettato esibizionismo, di non monotona ripetitività – come molti, purtroppo, insistono a proporre – ma odora di nuovo e risuona di armonia, con metafore bellissime ed originali, riesce a sfuggire e svincolarsi dal proprio autore, si innalza e vola con ali proprie per proporsi a tutti coloro che la incontrano, e vive di autonoma forza con sempre rinnovato vigore nel mondo delle idee e della fantasia, seminando emozioni e sogni in tutti quelli che hanno la sensibilità e la fortuna di riconoscerla.
Cara Lidia, ho sempre stimato molto Giorgio Bassani non tanto come scrittore quanto come persona. Non si dava arie, era gentile, salutava sempre anche se non ci eravamo mai parlati e soprattutto aveva fatto pubblicare “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa il cui manoscritto era stato rifiutato da cinque o sei Case Editrici. Non era invidioso e non temeva la concorrenza.
Io, che invece sono invidiosa e temo la concorrenza, ti consiglio ugualmente e vivamente di far pubblicare le tue poesie – magari in economia come faccio io – e di partecipare a qualche Concorso Letterario. In Toscana ce ne sono molti – se non vuoi allontanarti molto da casa – e relativamente affidabili. Sì, perché per vincere non sempre fattore primario è il merito bensì concorrono altre considerazioni come la lontananza dal luogo di premiazione, il voto di scambio, il prestigio o la fama del candidato. Io, per esempio, che ho due lauree, non vengo neppure chiamata dottoressa mentre per altri i membri della Commissione si sdilinquiscono in Professore qua e Professore là. E’ come per Sgarbi il cui titolo gli è stato affibbiato per aver fatto due o tre supplenzine alla Scuola Media di Ro Ferrarese suo paese di origine. Dai retta ad una che ti apprezza moltissimo e non te ne pentirai.
Cara Capatosta, anche Pasquale ogni tanto litiga con qualche Commissario giurandogli inimicizia eterna ma non credo si sia pentito della sua “carriera poetica”. Abbiamo intrecciato amicizie, visitato luoghi molto belli nei quali non saremmo mai andati, pubblicato gratuitamente qualche nostro lavoro. Che cosa vuoi di più? Io, che ho vinto molto meno di Pasquale, in circa 15 anni di modica partecipazione ai concorsi ho accumulato, malgrado tutte le inevitabili ingiustizie, 60 primi premi – anche se alcuni di scarsissima importanza – e una pletora di secondi, terzi premi, premi della giuria, segnalazioni , menzioni di merito nonché la pubblicazione gratuita di qualche raccolta e l’inserimento in diverse antologie. Dirò di più: certi libri, che mi hanno procurato molta soddisfazione, non li avrei scritti se non ci fosse stato il miraggio di un premio o di una pubblicazione. E allora se non ti ho convinta vuol dire che come influencer valgo molto poco.
Ti ringrazio per il consiglio e per la considerazione Carla, ma pubblicare non serve a nulla e i concorsi non fanno per me. I motivi sono tutti poco ” nobili “, poco da ” poeta” 🙂 Uno è che non mi muovo volentieri da casa, non ho voglia di andare di qua e di là e un altro , poco nobile anche questo, è che non mi va di farmi giudicare perché vorrei vincere sempre e se vincesse uno che a parer mio ha scritto peggio di me potrei saltare in capo ai giudici e siccome io sono una e loro parecchi , mi riempirebbero di botte.
La poesia di Lidia Guerrieri nasce dal vissuto e da una profonda ricerca interiore. Ogni verso sembra infatti restituire un tassello del suo mondo, e nelle poesie proposte se ne intravedono alcuni dalle forme imprevedibili ai quali l’autrice ha donato colori d’una freschezza primaverile. Un bell’equilibrio che ho molto gradito.
Uno dei punti di forza della poesia di Lidia credo possa essere individuato nell’immediatezza di resa in forma scritta dell’emozione provocata dall’impulso creativo, dall’occasione o dall’evento che lo determina. Non c’è stacco tra il momento poetico e la sua scrittura. Convivono e interagiscono. C’è contemporaneità tra il sentire e il dire. Soccorre un tipo di linguaggio fluido e proprio, a volte quasi popolare, spiccato e naturale, vivido e perfuso della migliore toscanità. Il resto lo fa il carattere di Lidia: se la sua poesia è tersa o passionale o ironica o burlesca è perché la Nostra è fatta così, è tutto questo. Lidia è un fenomeno poetico naturale e la poesia le viene senza sforzo, voglio dire senza che lei la provochi. E questo è un segno di indiscutibile bravura.
Amici…non so che dire…e così dico solo che sono proprio contenta per quello che mi avete detto, tanto tanto davvero. 🙂
Poesie leggere e profonde insieme, ricche d’immagini delicate ed incisive, mi provocano sempre emozione grande e motivo di riflessioni. E’ autentica poesia.
Adele Libero
Ah, qui ci vuole un applauso, gente mia! Non certo a me…bensì ad “Adeluccia del mio cuore” che ha imparato come si mettono i commenti. Grazie , Adele 🙂 Una voce amica, e di una poetessa appassionata e sensibile come te ci sta a meraviglia nel blog 🙂