Pasquale Balestriere, I volti della vita

PASQUALE BALESTRIERE

 

 

I VOLTI DELLA VITA

πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός
Tutto scorre come un fiume
(aforisma attribuito a Eraclito)

(A me stesso, sfogliando un album fotografico)

*

Quanti vólti sei stato nella vita,
quante storie, persone, e che pensieri?
Il fitto scrigno
d’un album fotografico rivela
frammenti ben aguzzi per il cuore,
fragile forse a furie di memoria.
Ma tutto scorre, tutto
muta, e del biondo
sottile fanciullino di due anni
poco rimane in un’orma sfinita.

Perché stupisci, spirito ribelle,
dell’età così a lungo convissuta
con questo corpo
se numerose volte la clessidra
degli anni hai capovolta e ormai la sabbia
sempre più fine scorre più veloce?

Intanto scioglie le sue membra il tempo
e dolce dorme su quei vólti dove
pur manifesta i suoi precari nessi,
le non congrue  giunture;
e tuttavia incide corpo e cuore
e lascia segni, deposita scorie
in questo passo che diciamo vita.

Ma tu segui il cammino e guarda al sole,
al capovolto  giardino  del cielo,
dove la notte fiorisce di luci
d’argento, al saggio fiume di sé pago
che stringe la sua vita in corse d’acqua.

Tu guarda al raggio che ti piove in petto.

Pasquale Balestriere

***

 

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8 risposte

  1. Un’epitome lucida e commossa della propria esistenza scritta in seconda persona a sé medesimo, questa composizione “eraclitea” di Pasquale, aperta e chiusa da due endecasillabi memorabili.
    La struttura metrica è quella della canzone di endecasillabi sciolti con sincopi ritmiche di quinario e settenario.
    Il linguaggio poetico, analitico e, a tratti, filosofeggiante, è alquanto ricercato e, sostenuto da un solido impianto metrico, possiede un vigoroso empito oratorio.

  2. Di quei tuoi mille volti a me rimane
    soltanto questo di Ulisse incanutito
    un po’ stupito di aver trovato approdo
    non nell’avita Itaca ma ad Ischia.
    Però togli gli occhiali cilestrini:
    non sono adatti né al tempo e al luogo…

    La poesia è molto bella ma l’ho letta in diverse occasioni. Io sono caduta e sono molto avvilita…

  3. “Or poserai per sempre,
    stanco mio cor. Perì l’inganno estremo,
    ch’eterno io mi credei.” Immediatamente m’è venuto alla mente Leopardi, col suo pessimismo, con la sua disperata voglia di essere felice e nulla potere contro la matrigna Natura. Ma in questi versi di Pasquale, pure senza speranza o rimedio per il tempo che passa e che muta, certamente non in meglio, l’aspetto e la funzionalità delle membra, manca quel grido di disperata solitudine del poeta di Recanati. Qui l’autore dialoga con se stesso, ben cosciente che le brutture degli anni che affliggono e condizionano, non potranno fiaccare uno spirito intatto, consapevole dell’eterno, misterioso miracolo della vita. E dunque, pur presente il dolore, resta ancora vitale lo stupore di esistere, di essere parte di un più grande mistero: quello dell’universo, e da questo ricevere, legame indissolubile che va al di là di ogni contingenza spazio-temporale, il luminoso ed incorruttibile raggio che gli piove in petto: quello della consapevole forza della propria anima, della materia che interroga se stessa, nel cangiante ed invincibile affresco della vita…

  4. Stupenda poesia che scorre chiara come acqua sorgiva. Io credo che ognuno colga in una poesia quello che sente come cosa che anche a lui appartiene. Noi vi riconosciamo noi stessi o l’opposto di noi stessi …e qui io leggo in sostanza l’amarezza dell’essere nell’ultima fase della vita. “Poco rimane di un’orma sfinita” dice il poeta : c’è un senso di svuotamento, e c’è il contrasto fra la spinta a vivere e il peso degli anni che ti obbliga ad accettare l’idea che il meglio è passato. Che non sei più quello che eri quando la vecchiaia ti appariva cosa che riguardava gli altri e che sarebbe arrivata…sì…ma insomma…POI…!! La chiusura suona come un tentativo di reazione allo sconforto…d’altra parte quando non c’è altro da fare o si butta la spugna e si annega nei lamenti o si reagisce in qualche maniera…magari anche solo perché alternativa non c’è…che poi si sia convinti è altra cosa. Dicono che il saggio accetta l’età e l’idea della fine perché sono cose che rientrano nell’ordine naturale delle cose. In teoria sarà così…nella pratica credo che tali saggi siano pochi . Quindi io vedo nella chiusa un tentativo di reazione allo sconforto, un invito a consolarsi e a consolarci dato che di più non si può fare… e la conquista della saggezza dovuta all’età mi suona come la volontà di veder ripagato con un dono un furto ben più grande. D’altra parte a cosa mai potremmo aggrapparci noi che scivoliamo verso il nulla se non all’illusione di non aver perso proprio tutto-tutto, che qualcosa ci sia venuta in cambio e che questo qualcosa valga la pena? E’ un umanissimo tentativo di autodifesa, ma credo che chiunque sarebbe pronto a scambiare l’esperienza di una vita coi suoi vent’anni e tutta la loro sventatezza.

  5. La rileggevo…certo che è proprio bella! Ci sono dei versi che colpiscono : il primo….è vero! quanti volti siamo stati! Ognuno di noi… un compendio di ” facce” agli occhi degli altri e di noi stessi…chi ci vede in un modo, chi in un altro…con alcuni siamo amabili, con altri pare che facciamo di tutto per non farci sopportare…reazioni diverse, comportamenti diversi, aspetti diversi.. comprensivi e rigidi, affettuosi e irosi, pentiti , vendicativi, orgogliosi, modesti, tiranni…in ognuno ci sono mille sfaccettature, tanti aspetti, buoni cattivi, nobili, vili…chi siamo? Quale di questi aspetti è il ” nocciolo” tuo, mio, suo? // ” furie di memoria”…le Furie, le terribili Furie…il ricordo che in ultima analisi è sempre qualcosa che ci perseguita perché se è brutto è evidente che ci brucia, se è bello … un ricordo bello fa male o fa bene? Come si fa a dare una risposta…il ricordo di un giorno felice con una persona amata che hai perduto
    ti rasserena o ti fa sentire la ferita della perdita? Cosa prevale? Non esiste ricordo bello che sia del tutto disgiunto dal dolore…sia esso quello acuto di una perdita tragica o la nostalgia per qualcosa che è stata dolce ma che è comunque passata anche solo per via del naturale scorrere del tempo…la pena c’è . Non esiste una gioia ” pulita” da qualsiasi amarezza.// ” Perché stupisci spirito ribelle”…eh! perchè stupisci… che saremmo invecchiati l’abbiamo sempre saputo…e la cosa è di per sè una fortuna perché se non invecchi vuol dire che sei morto giovane, no? La ragione dice così, ma l’emozione non è tanto d’accordo…!! Si sapeva, …eppure quando ci guardiamo nello specchio e vediamo che, perbacco, siamo invecchiati davvero….non è che ci vada giù come acqua fresca…si sapeva, però… e non c’è Cristo che tenga.// ” la clessidra degli anni…scorre più veloce…” Mi ricordo che da bimba , quando sapevo che la domenica sarei andata al cinema…mamma mia..!!!.non arrivava mai!! Che giorni interminabili! Ora…è buio in un momento, la settimana vola…e mi stupisco sì!!! // L’ultima parte è tutta straordinaria..mi piacerebbe ” sentire” in me questa spinta a guardare il sole al raggio che piove in petto…magari!!!! Chi ci riesce guarda al poi con quella serenità che è possibile raggiungere …beato lui! Io ho solo una maledetta fifa 🙁

  6. Una visione lucida e potente come l’immagine della sabbia nella clessidra, divenuta sottile, oserei dire raffinata dall’esperienza, e al tempo stesso cosciente del tempo che resta, ma non per questo incapace di guardare al sole.

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