Maria Luisa Spaziani, Cinque poesie

MARIA LUISA SPAZIANI

Poetessa che non ha bisogno di presentazioni. Certamente una voce tra le più alte  e limpide della poesia contemporanea. (P. B.)

 ***

 

Una rosa che sboccia

Ibernati, incoscienti, inesistenti,
proveniamo da infiniti deserti.
Fra poco altri infiniti ci apriranno
ali voraci per l’eternità.

Ma qui ora c’è l’oasi, catena
di delizie e tormenti. Le stagioni
colorate ci avvolgono, le mani
amate ci accarezzano.

Un punto infinitesimo nel vortice
che cieco ci avviluppa. C’è la musica
(altrove sconosciuta), c’è il miracolo
della rosa che sboccia, e c’è il mio cuore.

*

Come in una cattedrale

Entro in questo amore come in una cattedrale,
come in un ventre oscuro di balena.
Mi risucchia un’eco di mare, e dalle grandi volte
scende un corale antico che è fuso alla mia voce.

Tu, scelto a caso dalla sorte, ora sei l’unico,
il padre, il figlio, l’angelo e il demonio.
Mi immergo a fondo in te, il più essenziale abbraccio,
e le tue labbra restano evanescenti sogni.

Prima di entrare nella grande navata,
vivevo lieta, ero contenta di poco.
Ma il tuo fascio di luce, come un’immensa spada,
relega nel nulla tutto quanto non sei.

*

Luna d’inverno

Luna d’inverno che dal melograno
per i vetri di casa filtri lenta
sui miei sonni veloci di ladro
sempre inseguito e sempre per partire.
Come un velo di lacrime t’appanna
e presto l’ora suonerà…
Lontano
oltre le nostre sponde, oltre le magre
stagioni che con moto di marea
mortalmente stancandoci ci esaltano
e ci umiliano, poi splenderai lieta
tu, insegna d’oro all’ultima locanda
lampada sopra il desco incorruttibile
al cui chiarore ad uno ad uno
i visi in cerchio rivedrò che un turbine
vuoto e crudele mi cancella.

*

La corolla del papavero

Mi culla la corolla del papavero,
il mio sonno è lunghissimo. La strada
si agita laggiù da quattro ore.
Solo un tuo squillo potrebbe svegliarmi.

Non mi somiglia quest’inerzia, sono
da quando amo, tutt’altra persona.
Mi culli a lungo, mi culli il papavero,
se sarà lungo il mio sogno di te.

*

Nulla di nulla

Strappami dal sospetto
di essere nulla, più nulla di nulla.
Non esiste nemmeno la memoria.
Non esistono cieli.

Davanti agli occhi un pianoro di neve,
giorni non numerabili, cristalli
di una neve che sfuma all’orizzonte
– e non c’è l’orizzonte -.

Maria Luisa Spaziani

***

 

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4 risposte

  1. Quello che più colpisce e che caratterizza la poesia di M.L. Spaziani
    è la rappresentazione di una dimensione onnicomprensiva della vita, transcronica e provvisoria, transeunte e transepocale, che comprende il “pre-nascita” e il “post mortem”, dove la propria vicenda esistenziale è vista come un periodo labile e transitorio, per quanto privilegiato e soddisfacente.
    La scrittura poetica è rigogliosa e immaginosa, sovente epesegetica, ma, nella sua ansia speculativa,sostanzialmente discorsiva: senza accusarla di prolissità e malgrado una certa raffinatezza verbale e un’ammirevole chiarezza espositiva, direi che le manca insomma quella sintesi bruciante e sorprendente che caratterizza i grandi talenti lirici.

  2. Un lirismo interessante, legato a una concezione personale della vita, della fine, dell’amore e della natura. Vi riconosco in qualche modo un onirico sentire, un trasognante smarrirsi di desideri e senzazioni, con un linguaggio raffinato – certe volte, mi sembra, costruito o eccessivamente ridondante – ma non per questo meno efficace e coinvolgente.

  3. A me la Spaziani piace moltissimo e , come Pasquale, la considero una delle voci poetiche più alte del novecento e in campo femminile sicuramente la più alta. Certo l’ha aiutata l’amicizia con Montale e il fatto di essere una traduttrice il che comporta l’essere in contatto con Case editrici importanti che poi pubblicano chi lavora per loro e questo è un biglietto da visita che apre molte porte. Però il merito c’è: immaginazione, cultura e una buonissima musicalità.
    Le poesie postate da Pasquale sono le più recenti e si sa che quando si è avanti con gli anni non si ha la stessa verve della gioventù, ma sono fresche, leggere, godibili. E poi non posso non ricordare il poemetto “Giovanna D’arco” che farebbe da solo grande la Spaziani. La poetessa, per scriverlo, si è documentata
    andando in Francia, ha revisionato la storia ufficiale della Pulzella d’Orléans secondo quanto emerso nel suo soggiorno e ha terminato il suo lavoro con una trovata geniale ricca di lirismo.
    In definitiva sono innamorata della Spaziani e con me tanti lettori se “La traversata dell’oasi” superò abbondantemente le duemila copie vendute.

  4. Belle, una più bella dell’altra. Una metrica disinvolta che avvolge in libera armonia le parole senza che alcun laccio si avverta. La vita vista come un’oasi fra due eternità, tappa di un viaggio misterioso nel suo prima e nel suo dopo, e stupendamente ricca di emozioni . Un temperamento passionale che all’amore si abbandona dopo essercisi accostato in punta di piedi come si avanza nel mistero del ventre di una balena , luogo buio e pieno di imprevisti e nell’ombra sacra di una cattedrale. Cose diverse, certo, ma, in questo caso, più apparentemente che nella sostanza : il ventre della balena e la cattedrale si somigliano come immagini e si completano perché sono ugualmente “ contenitori”: chi si innamora trova un luogo di accoglienza , un guscio che lo avvolge, ma al contempo lo reclama per sé , un luogo ombroso, pieno di imprevisti, da esplorare e scoprire un po’ alla volta, un posto sacro perché chi ama riamato si sente toccato dalla buona sorte, e anche più buono perché la felicità, che si creda o no, che si dica o no, rende ben disposti verso gli altri molto più del dolore. Mi piace questo linguaggio limpido e raffinato, questo ritmo che è tutto armonia , e mi piace avvertire in queste parole sentimenti reali e non pose.

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