Lidia Guerrieri, Alla sora (dal Regio Archivio Loscazzo)

LIDIA GUERRIERI

 

Ancora una parodia di un famosissimo sonetto. Del Foscolo, stavolta. Impareggiabile Lidia! (P. B.)

 

Dal Regio Archivio Loscazzo:

 

ALLA SORA

Forse perché fatto mi sono prete
e poco ho svago, a me sì cara vieni,
o sora! E quando ti veleggian quiete
le vesti intorno ai balzellanti seni,

e quando per le cene mie più liete
zuppi nel vino mele e me le meni
cotte e ben zuccherate con secrete
dosi che in cor gelosamente tieni.

Sognar mi fai allorché con un enorme
ventaglio il foco attizzi, e allora fugge
vispo lo sguardo all’ondeggiar di forme

e a ciò qualcosa freme  e sì mi strugge
che, dal suo sonno destasi e più dorme
quel malmesso guerrier ch’entro mi rugge.

Lidia Guerrieri

 

 

 

 

 

 

Altri scritti dello stesso autore:

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email

3 risposte

  1. Magistrale adattamento – o meglio, rifacimento – del celebre sonetto foscoliano “Alla sera”. Un piccolo, grande capolavoro, la trasposizione sul piano dello scherzo e dello sghignazzo, dei lirici moti del grande poeta di Zacinto. Non è dissacrazione, ma giocosa espressione, giovanile e fresca energia che dalla perfetta costruzione foscoliana sulla riflessione sulla sera, vista come ultimo momento della vita, come malinconico addio e serena accettazione della pace eterna, qui diviene scoppiettante e divertentissimo approccio a ben altre pruriginose considerazioni. Non c’è volgarità, ma intelligente ed esplicita ironia, nella dichiarata e riuscitissima intenzione di suscitare il riso, potente antidoto contro i mali e le sofferenze, unico rimedio che può addolcire il nostro male di vivere. E se la sera, per un semplice cambiamento di vocale si fa “sora”, tutto muta e si sposta con perfetta misura, sul piano coloratissimo dello scherzo e dello sberleffo, con una leggerezza che testimonia il mestiere compositivo dell’autrice, la sua fulminante vocazione alla sapida rappresentazione, degna dei migliori “vignettisti”. Un momento di saporosissima parodia che ci diverte e ci rende più umani. Brava!

  2. Come sono contenta che sembri bellina sia a Pasquale che a te, Lido!!! A me piace scrivere parodie :mi diverte e mi impegna perché in queste parodie riprendo non solo le rime, ma anche il ritmo ricalcando tutti gli accenti. E’ un lavoro impegnativo perché l’Autore ha scritto come pareva a lui mentre chi fa parodia non può scrivere come vorrebbe, ma come il Poeta ha voluto e non è sempre facile trovare parole che dicano quel che devono dire, ma che rispettino anche gli accenti; specie le ribattute possono dare del filo da torcere 🙂

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *