Tino Traina, Il rospo maldestro

IL ROSPO MALDESTRO
di Tino Traina

Un rospo maldestro
volendo saltare
un salto più lungo
di quello da fare,
finì lesto lesto
in bocca a un maiale
che stava sguazzando
per caso lì presso.
Avendo intenzione
di far colazione,
grugnì quel maiale
di farne un boccone
“Finisce qui male”
il rospo pensò
“Non farlo, non farlo”
allora gridò,
“aspetta un momento
commetti un reato
non puoi divorare
il re di uno stato,
assai popolato
di veri cantori,
i gracidatori,
un porco non può”.
Sapeva il maiale
del triste destino
che tocca a un suino,
ma s’era abituato,
l’aveva accettato,
seppure ogni tanto
svettasse nel cuore
un certo rimpianto,
un certo dolore,
ma dargli del porco,
con quella intenzione
che tutti sappiamo,
per lui era un torto,
un’umiliazione
che tutti proviamo
e non l’accettava.
“Ti mangio” gli disse,
non gliene importava,
ma il rospo:” no, no
a casa ho una rospa
con quattro rospini,
un nonno rospone
che è senza pensione”.
Fu allora al suino
che vennero in mente
la mamma e il papà,
improvvisamente,
quand’era piccino.
Un tempo passato
e un campo lontano
chissà quante miglia,
ormai fuori mano,
viveva in famiglia,
aveva gli affetti
che vogliono bene,
rivisse le scene
di sé porcellino
che come un bambino
giocava, giocava
e il suo compagnetto,
un flash improvviso,
fu proprio un rospetto.
Con lui si giocava,
al salto più lungo
che ognuno poteva,
e c’erano pure
un topo e un leprotto,
Che giorni felici!
Che belli gli amici!
Lo colse nel petto
un forte calore,
capì che l’amore,
di tutta una storia,
conserva a memoria
i luoghi ed i volti,
se pochi o se molti,
chi meno, chi più,
del tempo che fu.
Si vide riflesso
nell’acqua e capì:
“lasciamolo libero,”
il rospo annuì.

Tino Traina

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7 risposte

  1. “Il rospo maldestro” fa parte di un gruppo di filastrocche scritte per il mio nipotino e che ora mi sono deciso di raccogliere in una prossima pubblicazione. Mi scuso per la lunghezza ma si tratta quasi sempre di senari molto fluidi di facile lettura. Un cordiale saluto a tutti.

  2. Più di ottanta senari, piani, sdruccioli e tronchi, e rime baciate o alternate, in questa bella filastrocca educativa, che insegna ai bambini ad essere buoni.
    Semplicemente deliziosa.

  3. A parte il fatto che maneggi i senari con una maestria che non tutti hanno, ragion per cui il ritmo non perde un colpo e la lettura scorre pulita e briosa come acqua di sorgente, ma hai dato una lezione di vita importante . la misericordia verso i più sventurati, la ricchezza dell’infanzia i cui ricordi ci portiamo dietro e che lasciano sempre un segno nella nostra vita. Un viso che ci ricorda un piccolo, caro compagno ci piace subito; a volte si mette a fuoco la somiglianza solo dopo, ma l’inconscio l’aveva riconosciuto prima di noi. Volendo, si può cogliere anche un monito a non fare il passo più lungo della gamba perché non sempre va a finire bene, ma questo è marginale e serve solo a dare il via alla storia. La memoria è uno scrigno da cui attingere conforto, serenità e qualche lacrima. Un particolare apprezzamento a questo tuo modo costruttivo di essere nonno. Bravo.

  4. Come le antiche favole esopiche, questa del rospetto e del maiale, vuole e reca in sé un intento educativo per i più piccoli. I bambini comprendono benissimo che gli animali protagonisti del racconto siamo noi, a cui hanno prestato la loro maschera, con i nostri pregi, i nostri ricordi, le nostre intenzioni e sentimenti, i nostri difetti. Quella delle favole è una tradizione antica ed efficace, per ammonire, suggerire, insegnare. Se usata, come questa, chiamando in campo gli animali, nostri compagni di viaggio, verso cui i più piccoli hanno tanta attenzione e interesse, lo scopo per cui è stata composta sarà certamente raggiunto, anche nel tempo presente dal quale, apparentemente, gli incontri diretti dei fanciulli con l’ambiente e la vita animale sembrano separati, a favore di una sterile e spersonalizzata avventura… virtualmente digitalizzata. Ben tornata, allora, favola. Specialmente se scritta così piacevolmente scorrevole.

  5. La favola resa in scorrevoli e ritmati senari veicola ,con leggerezza e sottile ironia, attraverso parole , apparentemente semplici e scontate, e la descrizione di situazioni, anch’esse altrettanto, apparentemente,semplici e comuni , temi che riguardano da sempre, e riguarderanno sempre, il modo di rapportarsi alla vita nelle sue varie fasi . I bambini , ma non solo. sentono una grande curiosità verso questi temi e se si trova il modo , e questo mi è sembrato stupendo, di renderli accessibili , anzi addirittura piacevoli , davvero è un’ammirevole impresa . Poi c’è la piacevolezza del verso , che scorre limpido ,e che rivela padronanza di stile e acutezza di pensiero.

  6. Mi fa piacere che questa proposta poetica dell’amico Tino abbia riscosso reazioni così favorevoli. Del resto la sua bravura è ben nota, qualunque verso o ritmo egli adotti nella scansione del fluire creativo.

  7. Ringrazio Luciano Domenighini, Lidia Guerrieri, Lido Pacciardi, Rosa Chiricosta e l’amico Pasquale per i lusinghieri giudizi sulla mia filastrocca, un genere che ho scoperto grazie al mio nipotino, da cui imparo tanto ogni giorno, e che mi consente di soddisfare questa mia esigenza interiore del ritmo e della musicalità del verso, soprattutto se di senari e decasillabi si tratta., insomma mi definirei un poeta melodista. Ne presenterò qualche altra dello stesso genere, sperando di farvi cosa gradita e grazie ancora.

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