Giangiacomo Amoretti, Tre poesie

Giangiacomo Amoretti

                  Tre poesie

(Notizie biobibliografiche al post del  27 novembre 2022)

***

Che l’anima dal corpo si disnodi
senza che strazi nostalgia, che smania
pulsi di attesa. Lieve si dischiuda

la soglia, inavvertito sia da buio
il transito a più fondo buio. L’Angelo
del silenzio ti avvolga nel suo vello –

sopra il tuo capo le sue dita conscie,
sopra le ciglia, sopra le tue palpebre –
sigillando i tuoi occhi, lentamente

dissigillandoli.

***

Vola più alto ora il gabbiano. Guardalo
svettare lento nell’oscuro, poi
volgersi a un tratto e rapido sorràdere
l’acqua e la schiuma. E le onde, che si inarcano

per sfiorarlo e ricrollano, si effondono
giù tra gli scogli a fiotti. È questa l’ora
del vento di scirocco, dell’attendere
implacato – dei lampi, della notte.

***

So di un volto che è specchio
di un altro volto, so
di due occhi che guardano
da lungi altri due occhi;

e di due mani che
si eludono e si sfiorano,
di due labbra remote
che insieme si dischiudono.

Prossimità e distanza
da sempre si trasmutano;
se l’uno si fa due
il due si farà uno.

Lo spazio che divide
non è quello dell’anima.
È già luce la luce,
l’amante è già l’amato.

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3 risposte

  1. Di Giangiacomo Amoretti, poeta lirico intimista, filosofico e di colore malinconico, colpisce la qualità della scrittura poetica, sia per l’aspetto metrico compositivo che per quello strettamente linguistico.
    Il suo linguaggio poetico, nobile e aristocratico, pur, a tratti, complesso e articolato, è tuttavia nitido, essenziale, totalmente scevro da ostentazioni od effettismi.
    Per me, un maestro.

  2. Conosco ed apprezzo da anni Giangiacomo Amoretti ed ho seguito nel tempo l’evolversi del suo stile da una metrica più chiusa nel verso ad una metrica sommamente e melodiosamente libera che si adatta e si piega allo snodarsi del pensiero da un verso all’altro . Frequente l’enjambement e frequente un fine verso costituito da articoli o preposizioni. La poesia di Giangiacomo è rivolta all’osservazione e alla descrizione dell’esterno, ma più spesso del suo interno. Il suo è un mondo di colori tenui, di atmosfere rarefatte, di contorni sfumati, di gesti lievi , ” le mani si eludono e si sfiorano”…la corporeità si addolcisce nel sogno . E’ un mondo velato di malinconia, di dolcezza da cui traspare un’anima immersa nella solitudine e in continua ricerca di pace e di vicinanza, timorosa del peso della nostalgia. L’amore è perfetta e onirica fusione di due in uno e disciogliersi di uno in due senza vera perdita o frattura. E’ la poesia dell’attesa, della sospensione, della leggerezza, del fluire e del mistero di ogni cosa. Cattura , è innegabile. E’ davvero un maestro, Giangiacomo, poeta e uomo straordinario.

  3. Concordo con Lidia e Luciano. Vedo nella poesia di Amoretti, segnata da scelte metrico-ritmiche e lessicali anche peregrine o preziose, una realtà -intrinseca o estrinseca- letta con acutezza, sensibilità e dottrina , e detta , con sofferta partecipazione, da un’anima dolce e malinconica. Mi colpisce, nella seconda composizione, il volo del gabbiano, d’aerea leggerezza, evocato e comunicato icasticamente con verbi sdruccioli in fin di verso, quasi a suggerire altri voli, forse dello spirito; o forse semplici tentativi di elevazione/liberazione da una condizione di angustia o, almeno, di insoddisfazione.

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