Due poesie di Vittorio Sereni

Vittorio Sereni

Nato a Luino (VA)  nel 1913, partecipò alla seconda guerra mondiale, prima in Grecia, poi in Sicilia. Fatto prigioniero dagli Americani, trascorse due anni in un campo  di concentramento in Algeria. Tornato a casa, lavorò alla Pirelli e alla Mondadori. Morì a Milano nel 1983.
Le sue prime composizioni poetiche sono riconducibili, in qualche modo, all’ambito ermetico; ma l’esperienza della guerra, cruda e totale, lo induce a riflettere sulla drammatica condizione dell’uomo, costretto a convivere con quella realtà peraltro non voluta. Matura in lui un senso di impotenza che sfocia in angoscia esistenziale e in una condizione di estraneità nei confronti degli altri e di se stesso. Di questo sentimento è intrisa la seconda poesia, mentre da  “Inverno a Luino” traspira una commossa serenità e quasi un composto affetto per i luoghi descritti.

 

Inverno a Luino

Ti distendi e respiri nei colori.
Nel golfo irrequieto,
nei cumuli di carbone irti al sole
sfavilla e s’abbandona
l’estremità del borgo.
Colgo il tuo cuore
se nell’alto silenzio mi commuove
un bisbiglio di gente per le strade.
Morto in tramonti nebbiosi d’altri cieli
sopravvivo alle tue sere celesti,
ai radi battelli del tardi
di luminarie fioriti.
Quando pieghi al sonno
e dài suoni di zoccoli e canzoni
e m’attardo smarrito ai tuoi bivi
m’accendi nel buio d’una piazza
una luce di calma, una vetrina.

Fuggirò quando il vento
investirà le tue rive;
sa la gente del porto quant’è vana
la difesa dei limpidi giorni.

Di notte il paese è frugato dai fari,
lo borda un’insonnia di fuochi
vaganti nella campagna,
un fioco tumulto di lontane
locomotive verso la frontiera.

da Poesie ,1942

 

Non sa più nulla, è alto sulle ali 

Non sa più nulla, è alto sulle ali
il primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna.
Per questo qualcuno stanotte
mi toccava la spalla mormorando
di pregar per l’Europa
mentre la Nuova Armada
si presentava alle coste di Francia.

Ho risposto nel sonno: – È il vento,
il vento che fa musiche bizzarre.
Ma se tu fossi davvero
il primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna
prega tu se lo puoi, io sono morto
alla guerra e alla pace.
Questa è la musica ora:
delle tende che sbattono sui pali.
Non è musica d’angeli, è la mia
sola musica e mi basta.

da Diario d’Algeria, 1947,1965

 

 

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4 risposte

  1. Toccante la poesia “Non sa più nulla, è alto sulle ali”…forse le ali di un aereo abbattuto, forse quelle di un’anima che ha spiccato il volo. Resta il fatto che la poesia testimonia tutto lo scoramento di una persona che ha ben poco in cui sperare. Succede , nei momenti peggiori, che ci si stanchi di lottare! che ci si senta svuotati da ogni energia e che non si desideri altro che sprofondare nel nulla-buono che cancella il pensiero e con esso ogni pena. C’è quasi un senso di invidia per chi si è staccato da questo teatro di guerra e guarda tutto dall’alto, fuori dalle infamie del mondo. Mi fa pensare a tutti quelli che hanno vissuto il dramma della guerra, che anche oggi lo vivono, mi fa pensare a Ungaretti che in ” Veglia” scrive poesie d’amore mentre se ne sta buttato là, come uno straccio, accanto a un compagno morto. Cosa non si farebbe per stornare la mente…! Tutto pur di ” non essere lì” ! Ma è lì che sono : Ungaretti sotto un plenilunio che sarebbe stato piacevole guardare in ben altra situazione, Sereni in compagnia del vento, la sola voce che è disposto ad ascoltare. Gli angeli sono lontani dal dolore umano, non li sfiora la Terra. Il canto del vento è semplice, ma vicino, ed è difficile sentire la voce di Dio tra il fischiare delle pallottole.

    1. Bellissima tutta la poesia e per le immagini e per quello che riesce a trasmettere: è una lettera d’amore, è il caldo abbraccio della mamma, è la coperta di Linus. Vorrei averla scritta io.

  2. Di Sereni ho sempre apprezzato la capacità di arricchire la naturale disposizione narrativo-descrittiva del dettato poetico con sostantivi, aggettivi, sintagmi, a valenza affettivo -emozionale.
    Le sue rappresentazioni di natura e d’ambiente non si limitano alla mera descrizione ma hanno sempre una parola che le rende vive, emotive palpitanti.

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