Un poeta per volta: Antonio Spagnuolo

                               ANTONIO SPAGNUOLO

Antonio Spagnuolo, nato a Napoli nel 1931, è scrittore molto noto a livello nazionale e non solo, visto che le sue opere sono state tradotte in ben otto lingue. Dalla sua vasta biobibliografia desumo in modo sintetico pochi essenziali elementi. Spagnuolo, fondatore, direttore o redattore di varie riviste letterarie, ha altresì fondato e diretto, dal 1991 al 2006,  la collana “L’assedio della poesia”, pubblicando autori di interesse nazionale come Gilberto Finzi, Gio Ferri , Giorgio Bàrberi Squarotti, Massimo Pamio, Ettore Bonessio di Terzet,  Giuliano Manacorda, Alberto Cappi, Dante Maffia e altri. Nel corso degli anni ha dato alle stampe oltre quaranta sillogi di poesie, con prefatori del calibro di D. Rea, M. Grillandi, M. Stefanile, G. Salveti, M. Pomilio, G. Raboni, P. Perilli, solo per citarne alcuni;  quattro volumi in prosa (due romanzi e due raccolte di racconti); e infine due drammi.

Compare in storie della letteratura italiana, in dizionari e repertori del Novecento di autori come A. Asor Rosa, C. Di Biase, Gio Ferri, F. Piemontese, D. Maffia, P. Perilli. ecc.

Hanno parlato di lui, oltre ai già citati, M. Pomilio, D. Cara, M. Fresa, M. Lunetta, G. Manacorda. U. Piscopo e tanti altri.

Dal momento in cui ha perso la moglie Elena, Antonio ha incrementato, in maniera quasi totalizzante, come si può vedere anche dai versi seguenti, il suo dialogo con lei. Nell’unico modo ancora possibile al poeta: in poesia.

 

 

 

                       Tacito

Rimane solo il silenzio nella penombra,
riconosce i profili ancora incerti,
nelle attese continue di un sussurro
per ritornare ai profumi della tua carne.
Ascolto l’inganno che la sera propone
nell’assurdo trucco della mano sospesa
al vuoto della stanza, in questa vecchia casa
dove tutto è memoria.
Il tuo nome, il tuo nome Elena ricorre
per le mie vene in ultima illusione:
s’innesta la febbre alla polvere,
il capo chino ripete ritorni nel tempo
per sorprendere vertigini nel pensiero che oscilla.
Una disperata finzione mi sorprende
e chiudo gli occhi per sognare il tuo labbro.

*

                      Sintesi 

Sotto il pollice si confonde l’aroma
della solitudine, e nei pochi segni
chiama a frugare una verità inaspettata.
Il fantasma dei ricordi si propone
nei segni delle traduzioni colorate:
immagini che sono ragnatele
dipinte nel cristallo che batte alle tempie
come un caleidoscopio aggiogato nel verso.
Sulla tela il confine dalle dita lunghe e sottili
a riprodurre se stesso in mille pose
capaci di perforare la  mente.
Sospesa trasparenza del tempo!

*

                   Parole 

Ora respiro incagliato alle parole
che rimbombano a notte nelle ombre
del ricordo.
Vorrei strappare la pelle alle mie braccia
nell’onda lieve della tua fiamma
quale storia smarrita negli incantamenti,
ma tu sparisci sull’orlo del vuoto.
Ho smesso di contare i giorni
ormai senza regole incapaci
di reinventare  sogni.

*

                        Danza 

L’immagine della danza turbina nel vento
invita a sciogliere la furia della languida coda
come fa chi grida al capriccio dei monti
e alle lunghe ore del crepuscolo
che invecchiano nella passione.
Sogno concreto il tempo che si ferma
nel brillare di un istante:
ben altra quiete compare a strumenti!
Ricomporre le tue membra
per amare ancora una volta
la carne che avvampa nel sublime.
Inquieto e solo sono in attesa dell’impossibile!

*

Antonio Spagnuolo

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4 risposte

  1. Non conosco personalmente Antonio Spagnuolo, ma qualche hanno fa ebbe a farmi una piccola postfazione – che io apprezzai molto – ad un mio libro di poesia. E poiché la cosa era stata ideata dalla mia casa editrice – la Kolibris – io mi limitai solo a ringraziare. Adesso ogni tanto seguo questo Autore su “Dialettica tra le culture” dove puntualmente pubblica un suo breve testo.
    Queste sue liriche – malgrado l’età non più verde – denotano una freschezza ed una leggerezza invidiabili nell’esprimere il più delle volte l’amore per colei che gli è stata compagna di tutta una vita. E’ un sentimento vivo che non sente l’usura del tempo ma anzi si fortifica ancor più con il trascorrere degli anni. Un sentimento che viene comunicato al lettore il quale ne percepisce la genuinità e non la semplice esercitazione poetica.
    Lunga vita a questo capitano di lungo corso – mi si perdoni il bisticcio – affinché continui ad accompagnarci con l’esempio e con le parole !

  2. Chiusa nei gruppi F.B, raramente mi spingo al largo dove naviga chi meglio sa affrontare le acque profonde della poesia, e per questo non avevo mai incrociato la rotta di Antonio Spagnuolo ( pur conoscendone il nome e il valore). Ho letto per la prima volta queste poesie stanotte, piuttosto in fretta, data l’ora, -la verità va detta- e confesso di non esserne rimasta colpita. Oggi, rileggendo , mi sono resa conto di essere davanti a qualcuno che vale la pena conoscere meglio. Poesie in un linguaggio raffinato, finezza di metafore e un’intensità di sentimento che coinvolge e trascina . Fra tutte la mia preferita è Tacito. C’è, in questi versi, la memoria dolce e dolente di una passione che ha scaldato l’anima e il corpo, il rimpianto per il celeste dono di un affetto che ha riempito la vita, per un nome che “ rincorre per le…vene in ultima illusione”, che riecheggia ora in stanze che nessuna presenza può del tutto colmare. La mano che si tende inutilmente verso un’ombra che solo il cuore vede, porge un affetto che non verrà raccolto. Percezione, desiderio, il respiro che fora il buio della notte e s’incaglia nelle parole, il conto dei giorni, uno per uno come si fa quando si aspetta chi è partito, e poi il silenzio quando la perdita vince la battaglia contro l’illusione e invade di sé la mente, la reazione nello sforzo disperato di scrutare nell’impossibile, il patto con la finzione che aiuti a squarciarne il velo solo per il tempo di uno sguardo, vertigine che la realtà impietosa infrange in un istante, sì che dell’agognato ultimo bacio non rimane che l’ombra.

  3. La poesia di Spagnuolo ha un andamento particolare. Normalmente parte da uno stimolo visivo o memoriale, crea e supera fratture con volo analogico, aggancia dettagli inediti che, a loro volta, creano altre immagini coerenti, pur se non sempre in modo immediatamente percepibile, con il tema centrale del componimento. Dove un cuore fervente detta, sì, la nota di dolore, ma dà vita altresì a slanci poetici di grande intensità e suggestione. Confesso che, leggendo Spagnuolo, mi capita spesso di pensare a lui come a un novello Orfeo, che scende nell’Ade a riprendersi la sua Elena/Euridice. Se solo fosse possibile, Antonio ne sarebbe capace.

  4. Poesia raffinata. I sentimenti emergono con naturale spontaneità, i versi si susseguono con leggerezza e il lessico è ricercato e vigoroso.
    Desolato di aver letto solo le quattro poesie inserite nel blog. Mi propongo un’attenta lettura di alcune sue sillogi.

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