(a mio padre)
Se tu tornassi, al braccio lʼillusioni
in fascio, dalla piazza bisbigliante,
come vivo mi torni alla memoria
(occhi ridenti, un cuore spinto oltre
il crocchio di colline dove il giorno
paziente ammutolisce nella sera);
se tu venissi, ancora come allora,
ti sgraverebbe della zappa questo
architetto malato di parole
e ora certo il sentimento giusto
saprebbe dirti che gli graffia il cuore.
Noi sederemmo presso la cedrina
la luna s’alzerebbe tra silenzi
colmi d’amore. Ma ormai stride il grillo,
finisce il sogno, e il pianto sgorga ancora.
2 risposte
Struggente il ricordo del padre, descritto con pochi profondi tratti. E chi non vorrebbe ancora parlare, stringersi al genitore morto per confidare tutto il dolore che ha provato dopo la sua dipartita?
Adele Libero
Grazie, Adele. Sei stata la prima persona che ha lasciato commenti nel neonato “Glosse alla vita”, dimostrando grande sensibilità e senso estetico.