Ὁ δ’ὄλβιος ὅστις εὔφρων
ἁμέραν διαπλέκει
ἄκλαυτος.
Beato colui che, sereno,
tesse la trama del giorno
senza pianto. (Alcmane, fr. 1 Diehl)
Dalla chiaría dell’alba
rotola in petto l’allegria del giorno
e accende la dolcezza di un sospiro.
Il cuore esulta e canta.
O argentati abitatori del cielo,
trilli e cascate di note versate
nella coppa di rosa del mattino.
O strepitosi araldi della luce,
innocenti nel gioco della vita
scagliate il vostro volo
nei meandri dell’anima.
Ecco già sorge il fulgore del sole,
invade terra e mare di brillii
e volto nuovo hanno i fiori e l’erbe.
Ai campi me n’andrei. M’aspetta invece
Orazio Venosino mio fratello,
quello del carpe diem, vina liques,
di buona compagnia, con le sue etere
e il bere e del convivio l’allegria.
Passa cantando il giorno. Poi la sera
apre il suo occhio nero sulla terra
che tutta ne vien presa. Ogni clamore
già s’è affiocato in pigolii di nidi.
Timide nascono voci di luci
e tesse lieto la sua tela il ragno.
2 risposte
Caro Pasquale,
grazie per questo angolo di bellezza. Leggere le tue poesie e quelle degli altri autori mi ha regalato attimi di magia, quella magia che nasce dall’incontro dell’arte della parola con l’ anima di chi sa usare quella stessa arte con padronanza e passione.
Grazie della visita e delle parole, cara Sara. Uno spirito sensibile e appassionato come il tuo non può mancare in questo nostro spazio di poesia e di grazia. Non ci perdere.